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Gigi Cagni e i cori degli ultras: «Mi vengono ancora i brividi». VIDEO

L'ex tecnico biancorosso è tornato a Piacenza in occasione del Memorial Pinotti. «Nicola era un mio fratello maggiore. Il Piacenza? Lo seguo con grande attenzione, adesso ci vuole pazienza»

Gli anni sembrano non passare per Gigi Cagni. Il fisico è ancora prestante, lo spirito lo stesso di quando sedeva sulla panchina biancorossa e si presentava in maniche di camicia anche nei mesi più freddi dell’anno. Sul campo di Quarto conferma le parole al miele ripetute in più occasioni per Gian Nicola Pinotti, collaboratore, confidente, amico che ha accompagnato la carriera dell’ex mister biancorosso. Quando si presenta per le premiazioni del torneo intitolato proprio alla memoria di Pinotti, dal nutrito gruppo di ultras presenti si alza un coro che ormai fa parte della storia biancorossa: “E quando Gigi Cagni in piedi si alzerà allora vorrà dire che saremo in Serie A”.

«Mi vengono ancora i brividi – spiega il mister – ma sarebbe strano il contrario. Come fa a non emozionarsi chi, come me, ha vissuto sei anni con questo pubblico, con i miei giocatori e su un campo incredibile. E’ stato l’inizio della mia carriera in panchina e ha rappresentato una fase determinante, come è stato determinante avere Pinotti al mio fianco. Se non ci fosse stato lui non avrei ottenuto i risultati che sono riuscito a raggiungere».

Oggi una giornata in memoria di Pinotti, che non ha mai smesso di ringraziare in tutti questi anni.

«Non poteva essere altrimenti. Era mio fratello maggiore, ho avuto la fortuna di incontrarlo a Piacenza e di vivere con lui e con la sua famiglia quindici anni di carriera importanti non solo dal punto di vista calcistico. Era un uomo particolare e unico».

Che emozione le fa essere circondato da bambini che non erano ancora nati quando lei allenava il Piacenza e che si mettono in fila per chiederle autografi e selfie?

«Sono rimasto sorpreso anche io da questa cosa. L’ho domandato ai ragazzini e mi hanno detto: me lo ha raccontato mio papà, in famiglia se ne parla spesso. E’ una cosa che mi fa molto piacere. Sei anni sono stati importanti per la mia vita ma anche per la famiglia».

Segue ancora le vicende del Piacenza?

«Assolutamente sì. Spero bene, ma ci vuole pazienza. Il calcio è cambiato tantissimo, adesso è molto più difficile».

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