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La sezione piacentina degli arbitri intitolata a Gianpiero Gregori: «Uomo speciale ed eccezionale». VIDEO

Cerimonia di intitolazione della sede al direttore di gara scomparso poco più di un anno fa alla presenza dei vertici nazionali. Trentalange: «Sapeva parlare ai giovani»

Il suo nome era già scritto a caratteri indelebili nella memoria di tutti quelli che l’hanno conosciuto. Adesso arriva anche l’atto ufficiale: l’intitolazione a Gianpiero Gregori della sezione Aia di Piacenza. Una cerimonia sentita, interamente dedicata a una persona che ha vissuto gran parte della propria vita con fischietto in bocca e bandierina in mano ma che prima di lasciarci improvvisamente poco più di un anno fa ha avuto la grande qualità di saper parlare ai giovani. Lo sottolineano tutti durante la serata in sua memoria, un appuntamento in cui chi ha preso in mano il microfono lo ha fatto con gli occhi lucidi e la voce rotta dall’emozione.

Perché Gianpiero non era solamente l’arbitro internazionale capace di chiamare il figlio di Gheddafi nello spogliatoio durante una partita in Libia per calmare gli animi, era un direttore di gara in grado di rispondere sempre con autorevolezza ma con il sorriso sulle labbra, uno senza peli sulla lingua ma in grado di sdrammatizzare anche i momenti più complicati.

Con Domenico Gresia, numero uno degli arbitri piacentini, nelle vesti di direttore d’orchestra, il Salone del Coni si è riempito per sottolineare la vicinanza a una persona che ha lasciato un segno importante non solo nel mondo arbitrale. «E’ una serata in famiglia» ha ripetuto a più riprese Gresia, chiedendo un applauso a ricordo di Pino Cassi, Graziano Frigatti e Antonio Lanzoni, altri direttori di gara recentemente scomparsi, ricordando poi l’impegno di Gregori per la realizzazione della sede arbitrale nel palazzo del Coni e mostrando un video con la sintesi della sua carriera. Il delegato provinciale del Comitato Olimpico piacentino, Robert Gionelli, ha ricordato l’attenzione di Gianpiero al mondo giovanile e la capacità «di mettersi in ascolto e trovare parole giuste per chi iniziava la carriera da arbitro». In platea anche il sindaco Katia Tarasconi e l’assessore allo sport Mario Dadati, per cui Gregori «nel suo ruolo complicato di arbitro ha portato in alto il nome di Piacenza». La cugina Maria Grazia ha descritto una persona «umile e modesta, sempre pronta a mettersi al servizio degli altri» mentre Simone Alberici, presidente regionale della Figc, ha posto l’accento sul «valore di squadra, di unione e di sport che Gianpiero ha rappresentato in tutti questi anni». Poi ancora i ricordi di Enore Manfredi, delegato di Reggio Emilia, e di alcuni colleghi arbitri. Chiusura per un commosso Alfredo Trentalange: «Gianpiero si occupava degli ultimi e parlava con loro come con le autorità più prestigiose. Un uomo speciale ed eccezionale, che riusciva a rendere simpatica anche la figura dell’arbitro».

La cerimonia dello scoprimento della targa ha visto la benedizione di don Franco Capelli, parroco della Besurica, prima di un rinfresco al ristorante Impronte durante il quale sono proseguiti in via informale i racconti con tanti aneddoti legati a Gregori.

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