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Martedì, 19 Marzo 2024
Calcio

Martedì Alberici a Bologna: sul tavolo la nuova normativa legata ai tempi delle visite mediche per chi ha contratto il Covid

Il presidente della Figc Emilia-Romagna a colloquio con i responsabili regionali: dal 13 gennaio chi si è ammalato di coronavirus deve stare fermo almeno due mesi prima di riprendere anche solo gli allenamenti

Il problema è di quelli seri, da affrontare il prima possibile per evitare di trascinarselo quando lo sport, e il calcio in particolare, potrà finalmente ripartire in gruppo. Così martedì 26 gennaio Simone Alberici, nuovo presidente della Figc Emilia-Romagna, sarà a Bologna per discutere con i vertici regionali della nuova normativa per la ripresa dell’attività agonistica che interessa gli atleti non professionisti colpiti dal Covid-19. Come anticipato nei giorni scorsi, tutti gli sportivi (compresi i ragazzi delle giovanili) che dovessero ammalarsi sono attesi da uno stop di almeno un paio di mesi, con 30 giorni di attesa dopo la scomparsa dei sintomi e quindi nuova visita per l’attività agonistica con l’effettuazione di esami che potrebbero allungare ulteriormente il periodo di inattività.

Il rischio è che si crei una enorme disparità fra chi potrà permettersi esami privati e chi invece dovrà affidarsi alla sanità pubblica: in quest’ultimo caso se non venissero previsti corridoi preferenziali (ipotesi da fantascienza) il rischio reale è che se uno sportivo si dovesse ammalare di coronavirus rischierebbe di perdere quasi tutta la stagione.

Per questo Alberici martedì incontrerà i responsabili della regione Emilia-Romagna, dopo aver accennato la vicenda nei giorni scorsi a Gianmaria Manghi, Capo di Gabinetto della Giunta di Stefano Bonaccini intervenuto al Mapei Stadium alla premiazione delle Scuole calcio Elite e Qualificate delle provincie di Piacenza, Parma e Reggio Emilia.

Resta da capire quali possano essere nei dettagli le soluzioni, visto che la nuova normativa è stata emanata il 13 gennaio dal Ministero della Salute e dunque è valida a livello nazionale. La sanità è di competenza regionale, ma è possibile che da Bologna disattendano delle decisioni prese dal Ministero seguendo indicazioni proposte dalla Federazione Medico Sportiva e condivise con il Dipartimento dello Sport e con il Coni? Praticamente impossibile. Oppure da Bologna si faranno portavoce di un problema che poi andrà discusso a livello centrale, ipotesi quest’ultima che però aumenterebbe di parecchio i tempi per trovare una soluzione?

Di certo c’è solo che Alberici si è fatto carico almeno di mettere sul piatto quello che oggi rappresenta una difficoltà enorme per la ripresa dell’attività, qualunque sia il momento in cui si deciderà davvero di ripartire. La speranza è che al suo fianco si schierino anche le altre federazioni, perché il problema non riguarda solamente il calcio ma tutte le discipline sportive.

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