Rizzello: «Per il calcio giovanile pensiamo a mini tornei fra maggio e giugno»
L'annuncio del responsabile del Settore Giovanile e Scolastico. Ma le incognite sono parecchie e soprattutto c'è il blocco che prevede il termine della stagione al 30 giugno
Siamo in una fase storica in cui non si va in palestra da mesi, i ristoranti sono chiusi, prendiamo il caffè in piedi in mezzo alla strada e giriamo con le mascherine. E' cambiato totalmente il nostro modo di vivere ma abbiamo un’unica certezza: la stagione del calcio termina improrogabilmente il 30 giugno. Ovvio che la decisione deve essere presa a livello centrale, il via libera deve arrivare da Roma, ma sarebbe almeno il caso di iniziare a parlarne per poi evitare di trovarsi spiazzati nel caso la situazione migliorasse in modo consistente.
Seconda considerazione: si parla di consentire alle società l’organizzazione di tornei per respirare da un punto di vista economico. Vero che fino a un paio di anni fa le manifestazioni primaverili erano uno sbocco importante per alcune realtà, ma per il fatto che il club teneva aperto il bar durante le partite e spesso offriva anche la possibilità di cenare al termine degli incontri. Adesso, anche se dovesse esserci il via libera per i tornei, non è difficile prevedere che si disputeranno a porte chiuse o comunque con ingressi molto contingentati. Ancora non è chiaro se ci sarà pubblico agli Europei di calcio, figuriamoci se è possibile prevedere quando gli spettatori potranno tornare sugli spalti negli impianti locali. E allora o la stessa federazione prevede aiuti concreti per le società organizzatrici oppure il solo aiuto degli sponsor rischia di non essere sufficiente.
Insomma, l’idea di riprendere è sicuramente da applaudire, ma ci sono ancora delle incognite molto grandi. E soprattutto sarebbe il caso che la federazione iniziasse a valutare l’ipotesi di una chiusura posticipata della stagione. Poi magari non servirà, ma fissarsi da soli dei paletti in questa fase così complicata sarebbe un clamoroso autogol.