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Le Rappresentative provinciali verso un altro anno di stop. Ma si potrebbero proporre con una formula differente

Dopo l'annullamento del Torneo delle Regioni diventa difficile pensare che riprenda l'attività delle Selezioni locali. Ma una soluzione provvisoria forse ci sarebbe

L’intenzione era quella di ripartire con le Rappresentative provinciali nel mese di gennaio dopo due stagioni di stop. Ne avevano parlato i vertici regionali con i delegati provinciali e l’obiettivo, come aveva confermato il numero uno piacentino Angelo Gardella, era riprendere l’attività dopo le vacanze di Natale. Invece tutti sappiamo cosa è successo, con lo stop ai campionati e di conseguenza il blocco anche dei progetti che avrebbero dovuto portare alla ripresa delle convocazioni in ambito locale.

La notizia di mercoledì, con l’annullamento del Torneo delle Regioni (che vedeva impegnate le Rappresentative regionali) e della fase nazionale relativa al campionato Juniores rende molto più complicato anche il ritorno in campo delle Selezioni provinciali. Al momento le priorità sono altre, ma considerato lo stop al Torneo delle Regioni diventa difficile pensare che si possa programmare quello delle Province.

Sarebbe ancora una volta un vero peccato, perché le Rappresentative sono un modo per unire ragazzi provenienti da realtà diverse che per qualche giornata non sarebbero più avversari sul campo ma compagni di squadra. Un’avventura da ricordare, sia che si tratti di una semplice chiamata per un allenamento, sia che i ragazzi arrivino fino al traguardo, vale a dire alla convocazione definitiva e al confronto con le Selezioni delle altre province.

La preoccupazione più grande, era stato detto anche quando si verificò la prima sospensione nel 2020, è radunare diciotto formazioni (le Rappresentative coinvolgono Giovanissimi e Allievi) con i relativi staff in un’unica località. La curva dei contagi al momento si sta abbassando rapidamente e per metà maggio si spera che la situazione sia molto più serena, ma di certo il timore degli organizzatori è comprensibile.

Però impedire per il terzo anno consecutivo ai giovani calciatori di vivere un’esperienza così coinvolgente è una decisione su cui riflettere a lungo, proprio considerando che l’emergenza Covid almeno per il momento sta iniziando a ridursi. Allora perché non tenere vivo il Torneo delle Province magari con una formula differente che garantisca maggiore sicurezza? Se non sarà possibile trovarsi tutti nella stessa location perché, provvisoriamente, non tornare al passato, magari proponendo una fase a eliminazione diretta oppure a gironi da svolgere in giornata e da cui far avanzare le vincenti? A metà marzo potrebbero iniziare gli allenamenti, dopo un mese-un mese e mezzo si potrebbe pensare a una serie di triangolari da giocare fra realtà vicine con una finale prevista sempre con una rosa di tre squadre. Considerato che lo slittamento dei campionati porterà i club a scendere in campo ben oltre i termini inizialmente previsti, non è da escludere che le fasi eliminatorie si debbano giocare in date infrasettimanali, ma si tratterebbe comunque di uno o due impegni oltretutto in una fase della stagione in cui il freddo dovrebbe essere definitivamente alle spalle.

Certo, non avrebbe lo stesso fascino del “vero” Trofeo delle Province e della tre giorni programmata nel periodo pre-Covid, ma almeno consentirebbe ai ragazzi di vivere comunque un’avventura unica.

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