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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Emilio Tonoli: «Leonardo Spadi può fare molta strada»

Il giovane portiere della Berretti del Pro Piacenza, Leonardo Spadi, è di recente balzato alle cronache per aver firmato due settimane fa contro la Giana Erminio un gol di pregevole di bellezza, degno di un attaccante, lui che di mestiere fa il...

Il giovane portiere della Berretti del Pro Piacenza, Leonardo Spadi, è di recente balzato alle cronache per aver firmato due settimane fa contro la Giana Erminio un gol di pregevole di bellezza, degno di un attaccante, lui che di mestiere fa il portiere. Ed è proprio l’allenatore dei portieri della prima squadra, il professionista lodigiano Emilio Tonoli, che di numeri 1 ne ha formati a volontà con ottimi risultati tra cui Ivan Pelizzoli e Federico Marchetti, a descriverci con una nota scritta inviata alla nostra redazione il giovane portierino della Berretti.


Leonardo Spadi il nuovo Ivan Pelizzoli?
Ho avuto il piacere di allenare Ivan Pelizzoli dopo il suo rientro dall’esperienza in Russia. Approdò in quel di Bergamo all’Albinoleffe (all’epoca in Serie B). Era la stagione 2009/2010 e insieme abbiamo fatto un percorso sia sportivo che umano. Un ottimo lavoro e posso ritenermi soddisfatto per aver contribuito in prima persona al suo rigeneramento fisico e mentale. Leonardo, con i suoi 1.92 cm x 82 Kg, ha parametri fisici molto simili a quelli di Ivan e ha quindi le caratteristiche per arrivare a grandi livelli. Il mio lavoro con lui è incentrato sul renderlo molto aggressivo nell’attacco palla e molto veloce e reattivo nonostante la struttura fisica. Dopo mesi di allenamenti con il sottoscritto, ora, molte volte mi ricorda quel Pelizzoli che aveva dato una grande mano con le sue ottime prestazioni alla causa dell’Albinoleffe. Sono convinto che al giorno d’oggi il numero uno vada costruito e allenato per arrivare a certi livelli, e non tutti sono in grado di fare questo. Il talento va indirizzato curandone soprattutto la velocità di pensiero e la coordinazione nel gesto tecnico (uso di mani e piedi), che varia continuamente con lo sviluppo del giovane atleta. Il lavoro che faccio con Leonardo, e con tutti i portieri che ho e ho avuto il piacere di allenare è costruire e allenare bene le tre fasi di gioco del portiere:

1) - Il portiere come giocatore di movimento dentro e fuori dall’area di rigore per creare la superiorità numerica con il reparto difensivo.

2) - L’approccio mentale in relazione al concetto di primo attaccante sia nella fase difensiva che nella fase offensiva.

3) - L’adattamento e la trasformazione dalla lettura mentale della situazione alla trasformazione in gesto tecnico. La parata diventa un aspetto secondario, l’attacco palla è l’obiettivo principale per evitare il possesso avversario e quindi eventuali situazioni di pericolo. Se non posso fare questo allora certamente la copertura della porta e la parata conseguente eventuale diventano l’obiettivo principale.

Dopo circa 10 mesi di lavoro con il sottoscritto e con i portieri della prima squadra (tra cui Fumagalli, top player per la categoria, e Bertozzi) sono arrivati i meritati riscontri per Leonardo. In primis la convocazione nella Nazionale di categoria Under 19 alla guida di Mister Arrigoni. Inoltre ho avuto anche la soddisfazione di vedere in prima persona il gol di piede fatto al ’94 nella partita con la Giana, fatto rarissimo per un portiere, che ha regalato il pareggio per 2 a 2 alla nostra Berretti. Il gol mi ha fatto subito venire in mente un personaggio particolare ma allo stesso tempo importante del mondo del calcio, personaggio che in parte racchiude in sé il mio concetto di portiere: Jorge Campos. Sì, perché Jorge Campos, quando Blatter non glielo vietava, giocava in porta con il numero 9 e come attaccante con il numero 1, sovvertendo ogni logica europea. L’attaccante è sicuramente il primo difensore, ma è altrettanto vero che il portiere è il primo attaccante.
Emilio Tonoli
Allenatore portieri Pro Piacenza

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