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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Dopo trent’anni si ricompone sul campo la coppia Lucci-Maccoppi: per una sera insegnanti al Master di difesa. VIDEO

Alla Spes Borgotrebbia i due ex biancorossi spiegano ai tecnici come allenare i ragazzi fra esempi pratici e battute. «Bobo, ce la fai ancora?»

A vederli insieme in mezzo al campo non sembra che siano passati già trent’anni da quando entusiasmavano i tifosi biancorossi in Serie A. Mino Lucci e Bobo Maccoppi non indossano più la maglia del Piacenza, ma si trasformano in ottimi insegnanti sul terreno della Spes Borgotrebbia dove per una sera si ricompone il reparto arretrato più forte che si sia mai visto alla Galleana. L’occasione è un incontro formativo per il riconoscimento di Scuola calcio Elite organizzato dalla società del presidente Maurizio Russo. Il tema “Dalla fase difensiva individuale a quella collettiva”, con i ragazzi dell’Under 16 utilizzati come esempio e tanti allenatori a seguire le lezioni degli ex biancorossi. Vederli di nuovo sul campo è un tuffo al cuore, un ritorno al passato e agli anni d’oro del Piacenza. Ma Lucci e Maccoppi sono una miniera d’oro anche nelle vesti di professori: suggeriscono, controllano, in un attimo trovano i difetti e correggono gli errori. Il tutto sempre in modo positivo, spiegando ai ragazzi e agli allenatori il sistema migliore per non farsi superare dagli avversari. Mino Lucci oggi è responsabile del settore giovanile del Fiorenzuola, Bobo Maccoppi è reduce dall’esperienza in Bulgaria con il Carsko Selo dopo avere allenato anche a Malta, in Svizzera e in Romania, oltre all’esperienza con il Pro Piacenza.

Sul campo della Spes Borgotrebbia si parte dall’uno contro uno per poi passare al due contro due, alle sovrapposizioni fino allo schieramento definitivo di tutto il reparto arretrato. «La parte analitica è fondamentale – spiegano i due in coro – gli schemi lasciateli agli altri, voi con i ragazzi concentratevi sulla tecnica individuale, oggi troppo spesso trascurata». Via con gli esercizi e le spiegazioni. «Oggi in tanti corrono con le braccia attaccate al corpo, invece è fondamentale usare anche le mani in modo corretto per rendere la vita difficile agli attaccanti», Poi ecco i consigli sulla corsa, su un pallone che non bisogna mai perdere di vista e sul modo corretto di difendere la sfera con il corpo quando ne siamo in possesso. In tuta e scarpe da calcio i due dimostrano direttamente come ci si muove e spesso scherzano. «Bobo – urla Lucci – ce la fai a mostrare un’altra volta il movimento o sei cotto?». Poi si piazzano loro due in mezzo e nessuno riesce più a passare. Nel frattempo arrivano tanti suggerimenti spicci ma importantissimi. «L’attaccante va sempre portato sull’esterno oppure, se siamo in mezzo, sul piede debole. Sfruttate tutti i momenti per guardare i vostri avversari e capire se sono destri o mancini, va bene anche il riscaldamento quando tirano in porta. Sono informazioni che in partita saranno utilissime». I tecnici ascoltano in assoluto silenzio, hanno tutti il patentino per allenare ma qui siamo di fronte a un master di specializzazione post universitaria con gli insegnanti più preparati.

Poi arrivano anche le interrogazioni ai ragazzi. «Sapete – chiede Maccoppi - che differenza c’è fra l’attaccante e il difensore? Chi gioca davanti deve essere istintivo, chi compone il reparto arretrato deve pensare». Per questo le punte quando tornano indietro rischiano di causare danni. «Piovani – scherza ancora Maccoppi – ci ha causato un sacco di rigori contro quando rientrava nella nostra area. Io e Mino ci dicevamo: ma cosa viene a fare qui, è meglio che stia là davanti a creare problemi agli avversari».

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