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Beccari: «Cerchiamo di aiutare il nostro territorio. Se restiamo uniti ne usciremo»

Il presidente della Bakery pensa positivo: «Adesso l’importante è rispettare quanto ci viene detto e rimanere guardinghi, ma ne verremo fuori. E allora sarà il momento di ripensare tutto lo sport»

E allora si potrà nuovamente pensare allo sport, che però andrà completamente ripensato. «Al momento non esiste neppure la sospensione ufficiale del campionato, che però ormai è scontata e dovrebbe arrivare in settimana. E non appena questa emergenza sanitaria si sarà placata bisognerà ragionare tutti insieme e rivisitare l’intero sistema sportivo, che è arrivato a un punto di non ritorno. Ormai era una corsa alla sopravvivenza, anche prima di questo tsunami molte società si trovavano in grandissima difficoltà, in tutte le categorie. Adesso non ci sono alternative, bisogna trovare una soluzione definitiva».

Il massimo dirigente biancorosso illustra la sua idea. «Una A1 e una A2 a 16 squadre, una B1 con un solo girone e poi una B2 che diventerebbe regionale o interregionale. Con queste premesse le società decidono quale livello possono permettersi. E poi limiterei il numero di stranieri, anche perché dubito che in tanti tornino da noi già a partire dalla prossima stagione».

Sicuramente bisognerà fare i conti con entrate degli sponsor molto ridotte. «A oggi le squadre sane, come siamo noi, hanno pagato il 60 per cento degli stipendi totali previsti per l'annata. Il problema è che i soldi delle sponsorizzazioni normalmente si ricevono nella seconda parte, dunque dovrebbero arrivare nelle casse delle società in queste settimane. E’ credibile? Come faccio a battere cassa a un negozio o a un’azienda che al momento è chiusa, non si sa nemmeno quando riaprirà e magari ha i dipendenti in cassa integrazione? Così succede che tanti sodalizi quest’anno abbiano avuto solamente costi e nessun introito».

Qualcuno parla di una crisi che potrebbe durare per le prossime due stagioni. Ma Beccari continua a pensare positivo. «Questo non lo credo, ma dobbiamo dimostrarci intelligenti e soprattutto patriottici. Nel dopoguerra come abbiamo fatto a ricostruire così in fretta? Consumando i nostri prodotti e aiutando di conseguenza le aziende del nostro Paese. E così dovrà essere anche questa volta. Facciamo le vacanze in Italia, acquistiamo e consumiamo i prodotti Made in Italy. Seguendo queste regole potremmo uscirne prima degli altri, ma è necessario restare uniti».

In questi giorni tremendi in casa Bakery c’è però anche un motivo di soddisfazione, il premio assegnato dalla Borsa di Milano e dal Corriere della Sera alle 600 eccellenze italiane selezionate dal Centro Studi di Italy Post. «E’ una grandissima soddisfazione, perché lo otteniamo per la terza volta consecutiva e considerato che per la Bakery il 2019 è stato ad altissimi livelli sono convinto che lo conquisteremo anche il prossimo anno. E’ una mia creatura, un’azienda creata da zero e questo mi rende ancora più orgoglioso. Noi continuiamo a pensare al futuro, tanto che a breve lanceremo sul mercato una pizza surgelata realizzata con prodotti interamente italiani. Speriamo sia un segnale che venga preso ad esempio anche da altri, perché sono convinto che solo puntando sul Made in Italy riusciremo a risollevarci in tempi brevi».

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