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Campanella: «Brava Bakery, ma non abbiamo ancora fatto niente». VIDEO

Piacenza avanti 1-0 nella finale play off contro Livorno, ma il tecnico pensa già alla sfida di martedì. «I toscani sono una squadra che non molla mai»

La festa di Federico Campanella per la bella vittoria della sua Bakery in Gara1 contro Livorno dura il tempo del giro di campo per un ritorno al passato, il “cinque” ai tifosi che domenica sera sono finalmente tornati sugli spalti. Poi, dal rientro negli spogliatoi, la testa è già rivolta alla sfida di martedì che sarà probabilmente ancora più importante: conquistare il 2-0 metterebbe i toscani con le spalle al muro e regalerebbe a Piacenza un buon vantaggio in ottica finale.

«Temevo che lo stop di quasi un mese  - attacca Campanella - mentalmente ci avesse un po’ afflosciato. I ragazzi sono stati bravi, non era scontato avere un buon inizio, invece a metà gara avevamo già segnato 47 punti anche se secondo me ne avevamo subiti un po’ troppi».

Adesso la serie è 1-0 per voi, siete partiti con il piede giusto.

«Non abbiamo fatto niente, l’ho detto immediatamente entrato nello spogliatoio. Il punteggio non conta, martedì ripartiremo da zero a zero e dovremo dimostrare di essere sul pezzo perché Livorno è una squadra molto forte che non molla mai. Il nostro obiettivo è affrontare una gara alla volta, la cosa più importante è il possesso successivo».

Siete andati alla grande nel tiro da tre. Era uno dei vostri obiettivi?

«I ragazzi sono stati bravi a sfruttare i vantaggi creati dai nostri giochi. Tutti i tiri sono stati costruiti, è dall’inizio dell’anno che lavoriamo per giocare insieme, abbiamo chiuso con il 50 per cento dalla lunga distanza e questo ovviamente ci ha favorito. Altra cosa che fa piacere e dimostra una forza mentale non indifferente è il 100 per cento ai liberi, 17 su 17. Abbiamo perso la guerra a rimbalzo ma siamo riusciti a provocare 24 palle perse dei nostri avversari».

La squadra è rimasta ferma un mese, Vico ancora di più perché non ha giocato nemmeno i quarti di finale. Ma ha impiegato dieci secondi per entrare in partita.

«E’ un campione, lo conferma il suo palmares. Tutti noi sapevamo di poter contare su di lui. Anche quando non giocava è sempre stato connesso con i compagni in ogni allenamento, ha sempre pensato e si è sempre posto come se scendesse in campo. Il merito è solo suo».

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