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Dal "terzo grado" all'esordio fino ai saluti. Andrea Bausano ricorda tre stagioni all'Assigeco: «Difficile che una persona se ne vada in modo così sereno»

L'ormai ex direttore generale biancorossoblù: «Il fiore all'occhiello è stato lo sviluppo della parte strutturale, penso di essere maturato nella mia avventura a Piacenza. Ho trovato dirigenti speciali, un grazie particolare va a Curioni»

Qual è stato il momento migliore a livello sportivo?

«Direi alla fine del 2018, quando abbiamo vinto con Treviso replicando poi nel derby; sono successi due-tre eventi positivi e nello stesso periodo prendeva forma il gruppo dei tifosi. Direi che fra dicembre e gennaio è arrivata una svolta importante. Accanto a questo ci sono stati parecchi periodi molto buoni, soprattutto negli ultimi due anni, come quando abbiamo reagito alla scoppola con Caserta per dare vita a due mesi ricchi di entusiasmo. A ottobre eravamo disperati, a dicembre siamo riusciti a qualificarci per la Coppa Italia».

Se tornassi indietro qual è la scelta che non rifaresti?

«Medierei meno con alcune persone. Ho capito che alla fine i nodi vengono al pettine; a volte per uscire rapidamente da una situazione complessa devi mediare, ma poi scopri che non è funzionale al bene del gruppo e qualcosa non torna».

A chi devi dire grazie?

«Senza dubbio a Curioni, perché so di non avere un carattere così facile. Sia chiaro – ride – anche lui non lo è, ma credo che entrambi ci separiamo soddisfatti del percorso fatto insieme».

Cosa ricorderai con maggior piacere dell’esperienza all’Assigeco?

«Tante cose, a iniziare dal terzo grado a cui sono stato sottoposto dal gruppo di dirigenti prima della decisione definitiva sul mio approdo. Ci mancava che mi mettessero la luce davanti agli occhi e poi sembrava uno di quegli interrogatori che si vedono nei film. Però da quel giorno è nato un rapporto fantastico che abbiamo portato avanti quotidianamente. Io mi sono trovato benissimo con tutti loro, con la città e con l’ambiente in generale, ogni volta che tornavo a Piacenza ero davvero contento di ritrovare collaboratori fantastici e non è una banalità. Con molti di loro sono diventato amico: sai chi è la seconda persona che sono andato a salutare quando sono tornato per riprendere tutte le mie cose? Giovanni D’Ancona, responsabile della logistica del PalaBanca. Ti assicuro che non è semplice instaurare rapporti così stretti in ambito lavorativo».

Adesso però guardi al futuro. Quali sono gli obiettivi che ti poni come nuovo dirigente della Stella Azzurra?

«Potenzialmente arriva un nuovo gradino da salire. Dico la verità: dopo quello che è successo ero spaventato da cosa avrebbe potuto mettere sul piatto la prossima stagione. Adesso invece sono più tranquillo: la Stella Azzurra è una società che conosco da anni e che punta principalmente su formazione e reclutamento. L’obiettivo non è il conseguimento del singolo risultato, i ragazzi partecipano a tornei in Europa e nel mondo, ci sono camp all’estero e questo mi darà la possibilità di allargare ulteriormente i miei orizzonti. Ho grande rispetto e ammirazione per Germano D’Arcangeli, una persona stimolante a livello di idee; penso abbiano pensato a me perché c’è la necessità di lavorare sulla struttura a 360 gradi, non solamente sui giocatori. E so bene che l’esperienza maturata con l’Assigeco mi servirà tantissimo».

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