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Dal "terzo grado" all'esordio fino ai saluti. Andrea Bausano ricorda tre stagioni all'Assigeco: «Difficile che una persona se ne vada in modo così sereno»

L'ormai ex direttore generale biancorossoblù: «Il fiore all'occhiello è stato lo sviluppo della parte strutturale, penso di essere maturato nella mia avventura a Piacenza. Ho trovato dirigenti speciali, un grazie particolare va a Curioni»

«E’ difficile che dopo tre stagioni una persona se ne vada in modo così sereno». Basterebbe questa frase per sintetizzare i saluti fra Andrea Bausano e l’Assigeco. Il Direttore generale sta già facendo trasloco e dal 30 giugno lascerà ufficialmente gli uffici di Codogno e di Piacenza per trasferirsi a Roma, dove diventerà General manager della Stella Azzurra Roma.

«Il mio bilancio all’Assigeco? Molto positivo, ho avuto l’opportunità di lavorare al meglio, mi hanno dato tutti gli strumenti per operare senza difficoltà e raggiungere gli obiettivi di campo ma anche per far crescere l’intera struttura».

Sei arrivato nel primo anno “post fusione” ed esistevano anche delle incognite sulla possibile convivenza di due anime all’interno della stessa società.

«E’ vero, invece siamo riusciti a raggiungere tanti traguardi, il club si è strutturato al meglio e sono contento dei risultati ottenuti. Certo, aver avuto Franco Curioni come presidente ha aiutato parecchio: è una persona con cui si può sempre dialogare e al suo fianco ci sono stati dirigenti con cui mi sono trovato benissimo: Stecconi, Boselli, Franzoni, Maestri e spero di non dimenticare nessuno».

Qual è stato il fiore all’occhiello della tua esperienza in biancorossoblù?

«Lo sviluppo della parte strutturale; vado fiero dei risultati raggiunti sotto l’aspetto organizzativo e nella relazione con il territorio. Per quanto riguarda i traguardi sportivi questi dipendono sempre da molti fattori. E comunque anche sul campo siamo andati bene: la scorsa stagione se escludiamo le ultime cinque partite abbiamo rispettato in pieno le aspettative, quest’anno avevamo conquistato una storica qualificazione alle Finali di Coppa Italia, anche se purtroppo il coronavirus ci ha impedito di giocarcele. Il primo anno è stato quello un po’ più tribolato».

Se invece dovessi scegliere un aspetto negativo?

«Negativo non direi, ma un pizzico di rammarico esiste sul coinvolgimento del pubblico; avevamo creato un prodotto che pensavamo potesse coinvolgere mediamente un maggior numero di persone. Invece abbiamo avuto giornate positive, altre “surreali”, come il derby con la Bakery in un PalaBanca pieno, ma nel complesso mi attendevo qualcosina in più. Diciamo che sotto questo aspetto non siamo esplosi, anche se i riscontri sono stati comunque buoni».

Il presidente Curioni nella prima conferenza stampa della nuova stagione annunciando il tuo saluto ha detto: speriamo che l’esperienza con noi gli sia servita per crescere ulteriormente.

«Lo ringrazio e infatti penso di essere maturato rispetto a tre stagioni fa; credo di essermi conquistato la fiducia di tutto l’ambiente. Arrivavo da un’esperienza a “casa mia” a Torino, lavorare in un’altra realtà in cui devi farti conoscere comporta delle incognite. Tutti i dirigenti mi hanno aiutato a non commettere alcuni errori, anche se io di natura sono uno che dice sempre quello che pensa. Però in qualche occasione ho imparato a morsicarmi la lingua, anche se altre volte magari mi è scappato qualche commento di troppo. Ma quando si lavora fianco a fianco per così tanto tempo può succedere».

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