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Basket - Andreazza: «Ora testa bassa e umiltà»

Al termine della gara persa a Trieste contro l'Alma, abbiamo intervistato coach Marco Andreazza per cercare di analizzare insieme a lui i motivi di una sconfitta con un passivo così pesante per l’Assigeco Piacenza (81-56). «Prima di tutto...

Al termine della gara persa a Trieste contro l'Alma, abbiamo intervistato coach Marco Andreazza per cercare di analizzare insieme a lui i motivi di una sconfitta con un passivo così pesante per l’Assigeco Piacenza (81-56).

«Prima di tutto complimenti a Trieste: è doveroso farli perché, oltre alla stima e all’affetto che mi legano a coach Dalmasson - spiega il tecnico dei piacentini - devo ammettere che è una squadra davvero forte, sono molto bravi a coinvolgere tutti nel gioco. Sapevamo che sarebbe stata una sfida difficile, sin dalla palla a due, ed è stata proprio lì la chiave della loro vittoria. Avevamo visto in
settimana, in sede di preparazione, sia le partite che avevano fatto prima di noi, Chieti e Forlì, che sono state le fotocopie della partita di oggi, ma avevamo visto anche Ravenna, che un po’ ci somiglia come squadra, e pensavamo di portare a casa lo stesso risultato.
Invece non c’è stato verso di riuscire a giocare contro la loro aggressività, avevamo paura delle palle perse e così è stato: hanno innescato il loro contropiede, gasando la squadra e il pubblico. Anche noi ci abbiamo messo del nostro, nonostante fossimo consapevoli della difficoltà della partita: probabilmente non sono stato sufficientemente bravo a motivare i miei giocatori durante la settimana, cercando di fargli capire che clima avremmo trovato qui e che tipo di avversari ci saremmo trovati di fronte, anche se molti dei miei ragazzi non sono di primo pelo, qualcuno ha già giocato qui e conosceva il tipo di preparazione e di aggressività che caratterizzano Trieste».

Andreazza prosegue: «Il nostro programma non ha evidentemente funzionato, soprattutto all’inizio, dove avevamo deciso di sfidare il loro lunghi al tiro per proteggere un po’ di più l’area; i loro canestri iniziali, dettati dalla grinta di Parks e Cittadini, ci hanno un po’ “ammosciato” ma è stato comunque un discorso di intensità generale. Nonostante tutto, con un po’ di esperienza ed essendo una squadra che non molla, non pensavamo di subire così tanti punti: eravamo la miglior difesa del campionato per canestri subiti. Abbiamo provato a rientrare, ma non ce l’abbiamo fatta a causa probabilmente, dell’orgoglio e del non starci ad una prestazione del genere e per questo, sicuramente, Alma Trieste ha meritato di vincere».

Il tecnico dell’Assigeco Piacenza infine guarda avanti: «Ora ci lecchiamo le ferite e rientreremo in palestra martedì come eravamo rientrati dalle prime due sconfitte iniziali: con un bel po’ di umiltà, che è stata quella che ci ha permesso di svoltare e portare a casa le cinque vittorie consecutive in campi difficili, che ci avevano portati a quello che era il secondo posto in classifica. Inoltre dobbiamo cercare di ritrovare le gerarchie, perché la condizione fisica dei singoli giocatori cambia nel corso della stagione e può determinare diverse cose, ad esempio abbiamo recuperato un giocatore come Formenti. Poi dobbiamo guardare dentro a noi stessi per farci trovare pronti dai prossimi avversari: domenica giochiamo in casa contro Mantova, altra squadra forte, e poi troveremo Ferrara e la Fortitudo Bologna; è proprio il caso di non mollare e farci trovare preparati e grintosi per questo tour de force pre-natalizio. Questo è assolutamente uno dei campionati di serie A2 più duri degli ultimi anni, come dicevo anche prima con il mio collega Eugenio, ed è necessario prepararsi dettagliatamente partita dopo partita, allenamento dopo allenamento, sempre con la massima serietà e con la continuità del lavoro, che portano al raggiungimento dei risultati».

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