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Andreazza: «Adesso basta, voglio vedere orgoglio e dignità»

La strigliata del tecnico in casa Assigeco dopo la sconfitta di Jesi: dobbiamo guardarci dentro e ritrovare l'umiltà di inizio stagione

In casa Assigeco gli infortuni devono essere solamente un brutto ricordo. Basta pensare a cosa sarebbe potuto essere e invece non è stato, ci sono dei play off da conquistare e soprattutto un finale di stagione da onorare; vietato lamentarsi e recriminare, Piacenza deve solamente raggiungere il proprio obiettivo. Lo sa bene il tecnico Marco Andreazza, che dopo la sconfitta con Jesi (terza consecutiva, la quinta nelle ultime sei gare) chiama tutti a raccolta. Adesso non si può più sbagliare e soprattutto nessuno deve tirarsi indietro: tutti, dal primo all’ultimo, devono metterci la faccia per arrivare al traguardo dei play off 

«Complimenti Jesi - spiega il tecnico dell’Assigeco - che ha vinto meritatamente, mentre noi in questo momento siamo una squadra al precampionato. Mi viene quasi da ridere perché purtroppo non mi posso attaccare alla scusante degli infortuni che abbiamo avuto e che sono storia; per l’ennesima volta siamo partiti bene ma alla prima difficoltà ci siamo sgretolati. In questo modo non possiamo avere obbiettivi e guardare ai piani alti della classifica. Per sogno intendo quei play off che cinque o sei squadre stanno inseguendo; nelle attuali condizioni dobbiamo limitarci a giocare partita dopo partita e vedere cosa succede».

Difficile analizzare cosa ha funzionato e cosa no nella gara persa in casa di Jesi.

«Siamo partiti in assoluto controllo, facendo le cose bene, giocando come avevamo fatto anche con Recanati ad inizio gara. Poi alle prime difficoltà sono arrivati tiri forzati, un’intensità difensiva inesistente, un controllo dei rimbalzi penoso. Non ho mai attaccato i miei giocatori e non credo sia questa la sede opportuna per farlo, quando mancano nove giornate dalla fine del campionato. Però credo sia il caso di cominciare a guardarci dentro e a pensare di ritrovare quell’umiltà e quel tipo di gioco che ci aveva portato a ridosso delle prime in classifica al termine del girone d’andata».

Gli infortuni adesso non possono più rappresentare una giustificazione: «Martedì rientrerà a tutti gli effetti anche Bobby Jones, abbiamo ancora dieci partite da giocare per tirare fuori orgoglio e dignità che nulla hanno a che vedere con la prestazione disastrosa di Jesi, di cui mi assumo tutte le colpe. Se non riesco io, che vengo dal settore giovanile ed ho una storia di un certo tipo, a trasmettere ai giocatori che in campo ci si butta su ogni pallone, che si deve dare il sangue, allora vuol dire che ho sbagliato lavoro».

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