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Scotti durissimo con se stesso: «Sul cambio ho sbagliato io. Le mie Olimpiadi? Direi male»

All'azzurro non basta nemmeno il settimo posto con la 4x400 e il doppio record italiano. «Ho capito che posso sbagliare tanto affacciandomi alla realtà assoluta e non giocando più con le giovanili»

Dal nostro inviato in Giappone

E’ un Edoardo Scotti durissimo con se stesso quello che si presenta scuro in volto davanti ai giornalisti subito dopo la finale olimpica in cui con gli azzurri ha chiuso al settimo posto. Non gli basta neppure il record italiano in 2.58.81, secondo primato in ventiquattro ore, per addolcire le sue dichiarazioni.

Inizia da quel pasticcio nel momento del cambio con Alessandro Sibilio ed Edoardo si prende tutte le colpe. «Ho sbagliato - ammette - perché ho provato a fare la genialata invece non è venuta. Una volta passato il rappresentante di Trinidad e Tobago in curva mi sono messo a correre all’interno e ho visto gli altri che si allargavano. Ne avevo ancora parecchi, ho provato a passarne tre in un colpo solo, mi stava anche venendo solo che non ho mai trovato spazio per andare a destra dove era Sibilio. Ho provato a fare un cenno ad Alessandro per dirgli di andare oltre il muro perché era l’unico modo per provare a non perdere tempo, ma i miracoli non si possono fare».

Quanto vi è costato quell’errore?

«Abbastanza, anche se sicuramente non saremmo riusciti ad arrivare nei primi tre che era uno dei nostri obiettivi, perché gli altri sono andati più forte del previsto. Stanotte siamo rimasti svegli, non eravamo nelle condizioni di correre una finale ma di giocarcela fino in fondo. Il risultato è stato quello che avete visto, un record italiano nonostante quell’imprecisione».

Significa che avete ancora margini di miglioramento.

«Assolutamente sì, per il futuro dobbiamo essere molto ottimisti. Almeno sette decimi con il mio cambio ce li siamo giocati, è davvero tanto».

Un giudizio sulle tue Olimpiadi?

«Ho fatto un paio di cose buone su quattro, dunque direi male. Sono state le prime Olimpiadi, forse sono ancora un po’ bambino, credevo di essere più grande ma ho capito che anche io posso sbagliare tanto affacciandomi alla realtà assoluta e non giocando più con le giovanili».

Non sei un po’ troppo duro?

«Non lo so, mi direte voi».

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