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Un anno in bici e canoa per attraversare il Sudamerica

Esmeralda Expedition è il viaggio di un uomo, solo e senza mezzi di trasporto a motore, attraverso il continente più vario, selvaggio e affascinante del pianeta: il Sudamerica. Un’odissea di 10mila chilometri che inizierà il 15 marzo e che...

Esmeralda Expedition è il viaggio di un uomo, solo e senza mezzi di trasporto a motore, attraverso il continente più vario, selvaggio e affascinante del pianeta: il Sudamerica. Un’odissea di 10mila chilometri che inizierà il 15 marzo e che terminerà tra circa un anno. Dalla Terra del Fuoco su lungo le Ande in bicicletta, attraverso la Patagonia, e poi in Amazzonia remando in canoa lungo i fiumi che solcano la foresta più grande del mondo, il polmone verde del globo, fino all’Oceano Atlantico dove si concluderà un’avventura mai tentata prima d’ora.

Francesco Magistrali, piacentino di 35 anni, laureato in Scienze motorie e dello sport presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica di Milano, lavora da anni nel settore sportivo ma si ritaglia lunghi periodi per viaggiare nelle zone più impervie e inospitali del pianeta, dai ghiacci ai deserti. Diventa un esperto di sopravvivenza in senso stretto e negli ultimi anni si concentra sulla giungla. E’ “trip leader” per BackRoads International, travel company californiana premiata come numero uno al mondo nel proprio settore da National Geographic.

Francesco sarà l’“Inviato speciale” di ExpoLAB dell’Università Cattolica, osserverà e analizzerà da vicino le realtà incontrate nel rispetto delle tradizioni e dello scambio culturale, con l’obiettivo di conoscere e condividere attraverso i media i risultati ottenuti durante la spedizione a scopo educativo e divulgativo, con particolare attenzione alle giovani generazioni.

La collaborazione con ExpoLAB sul tema di Expo 2105 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” si articolerà in diverse attività finalizzate a scopi scientifici, culturali, divulgativi ed educativi condivisi tra Esmeralda Expedition e ExpoLAB: Un viaggio non motorizzato attraverso il Sud America che ha tra i suoi scopi principali la conoscenza delle abitudini alimentari dei popoli, delle piccole comunità, delle singole famiglie. Un lavoro che verrà realizzato attraverso l’analisi dei consumi “from farm to fork”, ovvero durante l’intera filiera alimentare sostenibile, dalle Ande all’Amazzonia e delle problematiche legate all’accesso, al consumo e alla produzione di cibo con particolare attenzione all’impatto ambientale legato alle attività di caccia, pesca, allevamento e agricoltura. Un “diario di bordo” completo di testi, immagini e video per una ricognizione del rapporto tra ambiente, cultura, stili di vita e alimentazione delle popolazioni dell’America del Sud, tra Paesi emergenti e in via di sviluppo con un focus sulle condizioni ambientali

LE TAPPE PRINCIPALI DEL VIAGGIO

Terra del Fuoco
La spedizione partirà marzo 2014 da Ushuaia, la città più australe del Mondo, capoluogo della provincia Argentina della Terra del Fuoco. In mountain bike, verso Nord. Nel rispetto dell’etica dell’intero viaggio (nessun utilizzo di mezzi motorizzati) lo Stretto di Magellano verrà attraversato in kayak, per poi riprendere la mountain bike sul lato Nord dello Stretto. Venti portentosi, sierras desolate e le tracce della cultura degli indigeni Fungini fanno di questa prima sezione del viaggio un tuffo nel tempo e nei grandi spazi.

Parchi Nazionali Torres del Paine (Cile) e Los Glaciares (Argentina)
Proseguendo a Nord Ovest dallo Stretto di Magellano, il viaggio incontrerà questi due Parchi Nazionali. Si tratta sicuramente di mete accessibili anche al turismo “normale”, ma la spedizione vuole toccare anche queste aree, dove la presenza di leggendari ghiacciai come il Perito Moreno apre la grande tematica dello scioglimento dei ghiacci, del Global Warming, dell’acqua.

Province di Santa Cruz e Chubut (Argentina)
Proseguendo a Nord, verso San Carlos de Bariloche, il viaggio continua con la traversata di queste due province argentine. Sia le zone a ridosso delle Ande che gli immensi altopiani patagonici di queste regioni sono scarsamente popolati. Grandi spazi desolati e brulli.

La Regione di “Los Rios” (Chile)
A Nord Ovest di San Carlos de Bariloche, in Chile, la regione cilena di Los Rios, ricoperta lungo le coste e nell’entro terra dalla lussureggiante foresta pluviale temperata Valdiviana, un ecosistema unico che vede trovarsi accanto bambù, felci, conifere e flora antartica. In queste aree ancora vivono i discendenti dell’etnia Mapuche, perseguitata e combattuta nei secoli dagli Inca e in seguito dai Conquistadores. Scopo di questa sezione sarà cercare di entrare in contatto con alcuni degli ultimi Mapuche e conoscerne cultura, usanze e tradizioni.

Deserto di Atacama
Le desolate vastità del luogo più arido del pianeta: il deserto di Atacama, in Cile. La corrente marina proveniente dall’Oceano Pacifico, denominata “di Humboldt”, fa si che questa area sia di fatto la più asciutta e priva di vita del pianeta. La zona di San Pedro di Atacama, nel cuore di queste zone, presenta tracce di una misteriosa civiltà paleolitica. Di nuovo in mountain bike attraverso sconfinati silenzi, come in tutta la spedizione, tra grandi incontri con le popolazioni locali e momenti di totale solitudine.

Salar de Uyuni
Finalmente in Bolivia, e proseguendo ormai verso Nord-Est, la grande traversata del Salar de Uyuni, il deserto di sale più vasto del Pianeta Terra. Dodicimila kms quadrati di solo sale, piatto e liscio come asfalto, a 3600m di quota, nel cuore delle Ande. Se logistica e direzione dei venti lo permetteranno questa sezione del viaggio vedrà (visto il tipo di terreno) l’utilizzo di un mezzo di trasporto alternativo: off-road skates e kite (versione terrestre del kite-surfing) per “veleggiare” attraverso l’abbacinante salina.

Jungas
In mountain bike e a piedi, attraverso la regione di transizione tra l’arido mondo andino e le grandi pianure dell’Est, fino alla vera e propria Amazzonia: le Jungas della Bolivia orientale. Foreste tropicali e subtropicali di montagna, orchidee, bambù, fauna tropicale, strade a picco su profondissimi canyons (alcune delle quali considerate per i veicoli tra le più pericolose al mondo).

Rio Mamorè-Beni
Proseguendo a Nord-Nord Est per intercettare i fiumi Beni e Mamorè ed i loro affluenti. Non appena questi corsi d’acqua si presenteranno come navigabili, i nuovi mezzi di trasporto saranno kayak e/o canoe locali.

Rio Madeira
Il Beni ed il Mamorè sono a loro volta affluenti del Rio Madeira, uno dei più grandi ed importanti tributari del Rio delle Amazzoni. La via d’accesso all’Amazzonia. Lungo il Madeira non mancano situazioni come gli impianti idroelettrici di Santo Antonio e Jirau, la cui costruzione sta impattando profondamente su aree vastissime con conseguenze su flora, fauna, popolazioni locali e relative attività come caccia e pesca. 

Incontro, intercultura e conoscenza, dunque, su una rotta sinora mai tentata prima integralmente.

Francesco Magistrali lavora da anni nel settore sportivo ma si è ritagliato lunghi periodi per viaggiare nelle zone più impervie e inospitali del pianeta, dai ghiacci ai deserti. E’ diventato un esperto di sopravvivenza in senso stretto e negli ultimi anni si è concentrato sulla giungla. E’ “trip leader” per BackRoads International, travel company californiana, premiata come numero uno al mondo nel proprio settore da National Geographic.
In questo viaggio sarà una sorta di “ambasciatore” lungo tutto il Sudamerica in grado di portare oltre oceano (nei villaggi remoti ma anche in città come Ushuaia, Santiago del Cile, Manaus, Belem, in cui incontrerà le autorità locali) un messaggio di fondamentale importanza: la consapevolezza di quanto sia indispensabile espandere la conoscenza e unire le forze per formare nuove generazioni in grado di preservare il pianeta inteso (e percepito davvero) come insieme indissolubile di ambiente e uomo. Le grandi problematiche globali di oggi (inquinamento, energia, deforestazione, graduale scomparsa delle culture locali) richiedono senza dubbio l’intervento di tecnici e specialisti. Ma non solo. Servono anche le grandi imprese in grado di unire mondi, di far conoscere e di comunicare grazie all’appeal dell’avventura, dell’odissea. Una sfida personale (fisica, tecnica, psicologica) ma soprattutto un’avventura “collettiva”, uno strumento di conoscenza che Francesco ha sempre inteso condividere con il “suo” mondo, il mondo da cui proviene: l’Italia, l’Europa, l’Occidente. Una spedizione totalmente green, ed ecco spiegato il nome: Esmeralda significa smeraldo in portoghese, la pietra verde per eccellenza, e il verde è il simbolo stesso della natura. Un viaggio a impatto zero sull’ambiente, dunque: solo gambe per pedalare o camminare e braccia per remare. Ma allo stesso tempo un’avventura pubblica, raccontata giorno dopo giorno grazie a internet, ai social network e ai media partner che seguiranno il viaggio in presa diretta raccogliendo il materiale fotografico e video che il protagonista invierà via satellite. Sarà solo, Francesco Magistrali, ma grazie a sponsor tecnici di altissimo livello sarà costantemente connesso con il mondo.

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