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Venerdì, 26 Aprile 2024
Volley B

Massimo Botti: «Canottieri, il bilancio è positivo, ma adesso arriva il difficile. La A2? Ci proviamo». VIDEO

Il tecnico del Monticelli analizza il campionato e la qualificazione ai play off ottenuta con largo anticipo, ma mette in guardia i suoi ragazzi: la formula potrebbe penalizzarci, non siamo i favoriti

A tre giornate dalla fine della stagione regolare la Canottieri Ongina è già certa di dover rimandare le ferie. La formazione di Massimo Botti infatti disputerà i play off per la A2, con la qualificazione ottenuta in anticipo, mentre mancano soli tre punti per essere certi della prima posizione. Il regolamento però prevede che solamente due delle prime tre classificate nei rispettivi gironi che si incroceranno nella post season abbiano il vantaggio di saltare il primo turno e soprattutto potranno giocare in casa l’eventuale bella nella sfida decisiva per la promozione. Guardando la classifica attuale i piacentini sono sfavoriti, per questo sarà fondamentale conquistare il maggior numero possibile di punti nelle ultime tre giornate sperando di ricevere buone notizie dai vertici degli altri raggruppamenti.

«A oggi - spiega Massimo Botti, tecnico della Canottieri Ongina - il nostro bilancio è sicuramente positivo. Ma è prematuro dare giudizi definitivi, la stagione entra nel vivo proprio adesso; siamo reduci dall’avventura in Coppa Italia chiusa al terzo posto, adesso mancano le ultime giornate di campionato e poi ci tufferemo nei play off. In quel momento arriverà il bello».

Le ultime partite non vi diranno un granché in termini di classifica ma saranno comunque gare importanti.

«Innanzitutto dobbiamo cercare di chiudere primi, perché lasciarsi tutti alle spalle ha una certa importanza e noi questo traguardo non l’abbiamo ancora raggiunto. Poi la formula prevede un vantaggio per le migliori due prime dei tre gironi coinvolti: chi avrà ottenuto meno punti dovrà sostenere un turno in più e nell’eventuale confronto decisivo non avrà il vantaggio del fattore campo».

Inizia adesso il momento fondamentale dell’annata: come vi presentate a questa fase della stagione?

«Complessivamente stiamo bene. E’ normale che inizi a farsi sentire un po’ di stanchezza anche perché il torneo di Serie B è veramente lungo. Terminare a giugno inoltrato metterà a dura prova sia l’aspetto fisico sia soprattutto quello mentale dei ragazzi, che hanno sgobbato e sono stati bravi a tenere alta la concentrazione per tutto il campionato. Adesso però bisogna stare attenti a non avere dei cali, perché quando il traguardo sembra vicino la cosa più semplice è pensare che il più sia fatto. Invece non è così».

A questo punto dell’anno si può dire: la A2 non è un miraggio, il campo ha detto che potete puntare al salto di categoria.

«Puntare non penso sia un termine corretto. Di certo ci proveremo, anche se a inizio anno non era il nostro obiettivo principale. Volevano migliorare il campionato dell’anno scorso, coscienti di aver allestito una squadra con i giusti equilibri sia a livello tecnico sia umano. Sapevamo di aver creato un buon mix di giovani e ragazzi esperti e di avere giocatori che avevano voglia di allenarsi. Con queste premesse i risultati ci hanno dato ragione, forse oltre le più rosee aspettative».

Della A2 però non hai parlato.

«Il palcoscenico della A2 era impensabile a inizio anno, ma a questo punto vogliamo provarci, ci giocheremo le nostre possibilità fino all’ultimo pallone consapevoli della durezza dei play off e affronteremo una situazione che ci crea problemi visto il regolamento. Non vorrei che l’entusiasmo facesse dei brutti scherzi: se non dovessimo chiudere con più punti rispetto alle prime degli altri gironi saremmo sfavoriti, non possiamo negarlo. Nonostante la nostra crescita registrata durante l’anno dovremo fare i conti con il fattore campo sfavorevole, per cui sarà durissima».

Dalla squadra passiamo al singolo: come è stata la tua prima esperienza da allenatore?

«Molto gratificante. Ho scoperto tante cose da “dietro le quinte” che non conoscevo. Comunque abbiamo avuto una stagione atipica nel senso che tutto è filato liscio; non ho colto le difficoltà che possono emergere quando le cose, per vari motivi, non funzionano come dovrebbero. Forse anche perché abbiamo lavorato e programmato bene. Le sensazioni sono state ottime, oltretutto ho avuto una società che mi ha dato fiducia e mi ha permesso di sbagliare senza mettermi troppe pressioni perché avevamo tutti voglia di crescere».

GUARDA LA VIDEOINTERVISTA A MASSIMO BOTTI

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