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Volley - Molinaroli: «Non accetto la morale da Mosna»

Ormai non ci sono più dubbi, fra la Lega (con in testa il presidente Diego Mosna) e Guido Molinaroli si è passati dalle stilettate ai bombardamenti. Dopo la decisione del Copra Elior di presentare reclamo per l’errore arbitrale in gara5 di...

Ormai non ci sono più dubbi, fra la Lega (con in testa il presidente Diego Mosna) e Guido Molinaroli si è passati dalle stilettate ai bombardamenti. Dopo la decisione del Copra Elior di presentare reclamo per l’errore arbitrale in gara5 di semifinale scudetto il numero uno di Lega ha inviato un’e-mail ai componenti del Consiglio, che si raduna giovedì, chiedendo una presa di posizione contro la decisione della società biancorossa.

ONNIPOTENZA - Ovviamente non si è fatta attendere la replica di Guido Molinaroli: «Mosna mi tira le orecchie? Non riesco davvero a capire. Nell’e-mail, che a quanto mi risulta non è un atto ufficiale, prima dice di volerne restare fuori, poi invece prendere posizione in modo netto. Mi sembra la solita malattia di onnipotenza diffusa in Lega».
Il numero uno del Copra Elior piazza l’affondo: «Non accetto nessuna morale. Visto che non siamo in una dittatura penso sia lecito fare reclamo, lo prevede il regolamento. Non abbiamo mai fatto polemica con gli arbitri e ci siamo sempre attenuti alle regole, anche se abbiamo visto che per molti sono soggettive e vengono interpretate a modo proprio».

MORALE - Molinaroli pone l’accento sul discorso morale: «Ogni italiano ha idee differenti. Per me ad esempio è immorale che mentre Renzi ha abolito le province esistano ancora quelle autonome che foraggiano in maniera esagerata lo sport. La interpreto come una violazione della par condicio sportiva».
E non è finita: «Io trovo non sia morale far applicare per anni dalla propria squadra il velo quando il regolamento non lo consente. O ancora permettere al proprio allenatore di guidare la squadra rimanendo dietro la panchina dopo essere stato espulso in una finale scudetto. Ognuno la morale la interpreta a modo proprio».

REGOLE - Resta il fatto che, salvo qualche rara eccezione, in tutto il movimento chi si fa sentire è sempre il presidente biancorosso. Unica voce fuori dal coro? «Non voglio fare Don Chisciotte, ma se ci sono delle regole vanno rispettate. Vi garantisco che in tanti la pensano come me, ma in A2 e anche molti dirigenti di A1 preferiscono esprimere il proprio disappunto sottovoce per timore di ripercussioni. Un esempio? L’e-mail del presidente è diventata pubblica molto presto, a dimostrazione che non tutti erano d’accordo».

INDIETRO - A questo punto la frattura non sembra più sanabile: stando a quanto sostiene Molinaroli siamo vicini alla scissione o a un passo indietro del presidente piacentino?
«Non ho idea di cosa faranno gli altri. Ma vi faccio un altro esempio: quando ho protestato perché ci hanno fatto giocare sabato pomeriggio mi è stato risposto che era consuetudine concedere la scelta a chi aveva vinto la stagione regolare. Ho fatto qualche telefonata e di questo non era a conoscenza nessuno. Se ti inventi le cose penso sia normale che uno si possa attapirare».
Ma c’è ancora spazio per l’ultima bordata: «Io chiedo solo che vengano rispettati i nostri diritti. La Lega è il Consorzio delle società e i dipendenti sono pagati da noi. Se io in azienda chiedo risposte al mio amministratore delegato o a un mio stipendiato lui me le deve dare, altrimenti il proprietario può anche arrabbiarsi parecchio».

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