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Volley - Piacenza non sfata il tabù del PalaTrento

L'Lpr cede 3-0 alla Diatec, paga un brutto approccio e imprecisioni nei momenti clou dell'incontro

Loris Manià lo aveva anticipato dopo il successo contro Innsbruck in Coppa Cev: «Dobbiamo aggredire da subito i nostri avversari». Perché contro gli austriaci una partenza al rallentatore si può anche recuperare, contro la Diatec assolutamente no. L’Lpr non riesce a sfatare il tabù del PalaTrento, dove non vince dallo scudetto del maggio 2009, pagando a caro prezzo un avvio timoroso e troppe imprecisioni nei momenti in cui la partita sarebbe anche potuta cambiare. Come sul 19 pari del secondo set, la prima parità dell’incontro: battuta ficcante di Hernandez, palla che torna nel campo di Piacenza per una rigiocata semplice ma l’attacco dell’opposto biancorosso finisce out. O come nel terzo set, quando Alletti ferma Solé a muro e regala il 13-12 agli ospiti; a questo punto in rapida successione arrivano un fallo di Yosifov, che pesta la linea del servizio, una murata su Hernandez e un’invasione di seconda linea dello stesso cubano. In un amen Trento conduce 15-13 sfruttando regali che lanciano la squadra di Lorenzetti verso un meritato 3-0.

PARTENZA AL RALLENTATORE

L’impressione è che la Diatec sia stata superiore dal primo punto, ma è anche vero che consegnare il set inziale ad avversari di questo calibro senza neppure farli sudare rende molto complicato tutto il resto della gara. Oltretutto l’Lpr deve fare a meno di Leo Marshall: Tencati come previsto non recupera, così Giuliani manda in campo Yosifov al centro e Parodi di banda, ma deve tenere per forza a riposo uno fra Clevenot e Marshall. La scelta cade sull’italo-cubano, ma l’impressione è che abbia giocato un ruolo decisivo la condizione fisica non ancora al top, perché Leo si accomoda in panchina e non entra in campo nemmeno quando la gara consiglierebbe di provare qualche alternativa. Mercoledì ci sono i quarti di finale di Coppa Italia a Perugia, se bisogna rischiare è meglio farlo in quell’occasione.

L’ALTERNANZA DEGLI SCHIACCIATORI ITALIANI

Il problema di Piacenza è che la squadra non è in una serata brillante, qualche singolo trova la giocata importante ma il muro fatica enormemente di fronte a Stokr e Urnaut e la difesa raccoglie di conseguenza pochissimi palloni. Giuliani prova anche ad alternare gli schiacciatori italiani: inserisce Parodi da titolare, lo sostituisce con Zlatanov già sul 9-5 della prima frazione per poi alternarli fino a inizio terzo set, quando Simone resta sul terreno di gioco con continuità. Ma il problema principale è che per lungo tempo il peso dell’attacco è sulle spalle del solo Hernandez, capace di mettere a tabellino 17 punti ma quasi sempre con il muro piazzato di fronte e dunque obbligato a forzare i colpi. Clevenot lo aiuta in qualche occasione, ma in campo biancorosso si vede poco altro, complice anche una ricezione spesso in difficoltà di fronte alle battute avversarie.

Intanto in classifica Verona allunga e si porta a +7, anche se ha un calendario molto più complicato nel finale, e gli emiliani vengono superati anche da Monza, ma adesso la testa dei biancorossi deve essere concentrata esclusivamente su Perugia. Mercoledì gara secca dei quarti di finale su  un altro campo ostico, dove Piacenza non vince dal 2013 e ha collezionato solo sconfitte negli ultimi cinque confronti diretti. Le statistiche sono fatte per essere smentite, però l’Lpr non potrà permettersi una partenza ad handicap di fronte ad avversari tostissimi.

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