Roberto Pighi scioglie i dubbi: «Piacenza si iscriverà al campionato»
L'amministratore delegato biancorosso: «Manca ancora qualcosa, ma il budget previsto è quasi interamente coperto. Grazie a chi ci sta dando una mano concreta». Nei prossimi giorni nuovi incontri con potenziali sponsor
I pezzi del puzzle sono andati (quasi) tutti a posto. «Piacenza si iscriverà al campionato» spiega Roberto Pighi, amministratore delegato e presidente onorario di Lpr volley al termine di settimane intensissime in cui insieme a Guido Molinaroli ha cercato di trovare la quadratura del cerchio sotto forma di risorse necessarie per definire il budget biancorosso. A essere pignoli per tagliare il traguardo manca ancora qualcosa, ma al termine di quello che può essere definito un tappone dolomitico per passare sotto lo striscione ci sono discese e al massimo qualche falsopiano: basterà procedere a velocità di crociera per garantire anche il prossimo anno la pallavolo di alto livello alla nostra città.
«La famiglia Arici - spiega Pighi - ha garantito il proprio impegno e si è detta disponibile, qualora dovessimo trovare un marchio interessato a dare il nome alla squadra, a fare un passo indietro accettando anche di utilizzare Lpr come co-sponsor. Ulteriori novità in vista? Stiamo lavorando ancora alacremente perché vogliamo avere stabilità anche per gli anni futuri e abbiamo un contatto aperto con un grande brand della distribuzione e con un’importante realtà di fuori provincia».
Il nucleo di “sostenitori” continuerà comunque ad avere una fortissima impronta piacentina. «Personalmente devo ringraziare la famiglia Arici, che ha garantito anche quest’anno un investimento importante, Gas Sales, che ha notevolmente incrementato il proprio contributo rispetto all’ultima stagione, i miei fratelli con il marchio Siderpighi e Sergio Giglio, pronto a dare una mano probabilmente con il marchio Antas».
Resta il fatto che l’impegno maggiore sarà sulle spalle di Roberto Pighi, nuovamente impegnato a capo della società di volley come persona fisica. «E questo - sottolinea - la dice lunga sulle difficoltà incontrate. Se ci fossero due-tre operatori disposti a entrare in società, anche con quote minoritarie, probabilmente avremmo dissipato tutti i dubbi già da tempo».