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Volley - Pighi: «Sono contentissimo, prestazioni simili mi motivano enormemente»

L'amministratore delegato dell'Lpr commenta la vittoria su Perugia in Coppa Italia. Da venerdì novità in società: diventa proprietario dell'80 per cento delle quote

Roberto Pighi non ha peli sulla lingua. Se deve dire una cosa va diritto al punto, senza giri di parole e senza addolcire la pillola. L’Lpr delle ultime settimane non gli era piaciuta e non lo aveva nascosto ai suoi collaboratori. Ma la prestazione di mercoledì a Perugia e il pass per la Final four di Coppa Italia ha riportato nel serbatoio dell’amministratore delegato il pieno di entusiasmo. «Il 3-2 in Umbria è stata un’impresa - spiega a poche ore di distanza del successo fino a questo momento più importante della stagione - un vero regalo di matrimonio che mi ha fatto la squadra, anche se un po’ in ritardo». Lo aveva chiesto per l’esordio in campionato dello scorso ottobre, è arrivato tre mesi dopo ma in un’occasione ancora più importante.

«Sapevamo quanto sarebbe stato difficile vincere a Perugia, in casa di una formazione impressionante, guidata da un allenatore in lunghissima serie positiva. Bernardi l’ho conosciuto qualche tempo fa al PalaBanca e mi è piaciuto parecchio, è un uomo di spessore che ha un bellissimo modo di fare». Da un tecnico all’altro, Pighi ha parole al miele anche per Alberto Giuliani: «Ho apprezzato parecchio le sue dichiarazioni a fine partita».

Una gara che l’amministratore delegato definisce «pazzesca», con una squadra capace di far dimenticare un brutto primo set e soprattutto alcune prestazioni in campionato non proprio brillanti. «Lo dico con grande sincerità, le partite con Trento e soprattutto quella con Verona non mi erano proprio piaciute. Abbiamo pagato un atteggiamento sbagliato ed ero piuttosto deluso. Invece con Perugia dal secondo parziale ho visto che c’era qualcosa di diverso e anche quando ci siamo trovati a rincorrere nella terza frazione, sotto 18-15, non c’è mai stato nessuno che si sia lasciato andare a un gesto di disappunto o di delusione».

«HO VISTO UNA PARTITA STUPENDA»

Adesso è raggiante Pighi, perché in Umbria ha visto la vera Lpr, la squadra cinica e grintosa che tutti sognavano in estate: «Io penso che sia questo il vero valore della nostra formazione. Di fronte avevamo una Sir Safety al completo, impegnata in casa e con un tifo rumorosissimo: queste condizioni normalmente disturbano i piccoli giocatori, invece hanno esaltato i nostri campioni. Ho visto una partita stupenda, con un volley di altissimo livello».

Fin qui l’analisi complessiva: una tiratina d’orecchie per qualche prova non scintillante in Superlega e i grandi complimenti per una qualificazione alle finali di Coppa Italia assolutamente inattesa alla vigilia. Poi Pighi passa in rassegna tutti i suoi giocatori e per ognuno di loro ha parole di elogio. «Fatemi iniziare da Loris Manià, che ha un ruolo ingrato e spesso sottovalutato. Non era facile rispondere alle bordate degli umbri, lui è stato bravissimo e proprio dalla seconda linea è partita la nostra riscossa. I cubani non sono nemmeno da citare, ormai rappresentano la nostra garanzia, mentre devo fare i miei complimenti ad Alletti, autore di una grande prova confermata dalle statistiche».

L’elenco ovviamente non è ancora terminato: «La professionalità e le qualità di Tencati sono incredibili, mentre Yosifov a muro ci garantisce una grande sicurezza, è un vero peccato farlo giocare solo a sprazzi. Abbiamo nuovamente dimostrato che con Marshall italiano il gap rispetto alle migliori formazioni italiane sarebbe minore di quanto previsto in estate».

L'ELOGIO A ZLATANOV E PAPI

Poi l’amministratore delegato vuole dare i giusti meriti a due campioni che in questo periodo stanno giocando poco ma risultano fondamentali per la squadra anche dalla zona delle riserve. «L’anno scorso mi lamentavo spesso degli atteggiamenti a volte superficiali di chi stava in panchina. Adesso invece vedo atleti del calibro di Zlatanov e Papi sempre coinvolti anche se non sono in campo: rappresentano il collante per stimolare e tenere alta la concentrazione di tutti i compagni».

L’analisi, più che positiva, è chiusa con un piccolo disappunto. «Peccato per Parodi che non mi sembra ancora al top, mi chiedo dove potremmo essere se avessimo anche lui in buone condizioni nel nostro motore. Ma sono sicuro che tornerà ai suoi livelli e allora Piacenza sarà ancora più forte».

Quando si vince tutto è permesso, così Pighi vuole togliersi un sassolino dalla scarpa lanciando una frecciatina al presidente umbro Sirci, che l’anno scorso in un’intervista televisiva aveva definito Piacenza una «squadra scarsa».

«Ho sentito che Bernardi e De Cecco - spiega l’amministratore delegato biancorosso - hanno sottolineato i nostri meriti. Mi sarebbe piaciuto ascoltare un’analisi simile anche da parte del numero uno di Perugia, che qualche mese fa non era stato leggero nei nostri confronti».

Dalla tarda serata di ieri il cellulare di Pighi suona a ripetizione. Telefonate e messaggi di sponsor e amici arrivano a ripetizione; tanti complimenti e dimostrazioni di affetto che il dirigente ha apprezzato parecchio. «Sono contentissimo, prestazioni del genere mi motivano enormemente. Adesso devo solo capire perché uno sport così bello come la pallavolo, che coinvolge migliaia di appassionati, non abbia un riscontro adeguato con sponsor di livello nazionale e internazionale. Sul discorso pubblicitario e su quello della visibilità dobbiamo lavorare parecchio, il nostro obiettivo è far salire la pallavolo alle spalle solamente della Serie A di calcio».

PIGHI DIVENTA PROPRIETARIO DELL’80 PER CENTO DELLA SOCIETA’

Intanto venerdì arriverà una svolta storica all’interno della società biancorossa. Pighi acquisirà ufficialmente le quote della famiglia Arici (che fino ad oggi deteneva il 40 per cento) arrivando ben oltre la maggioranza assoluta con l’80 per cento, mentre il restante 20 per cento rimarrà in mano al presidente Guido Molinaroli. «Sto lavorando parecchio per trovare un terzo nome importante a livello imprenditoriale che ci permetta di costruire una Piacenza in grado di giocarsela ad alti livelli. Non capisco ad esempio perché giocatori del calibro di Atanasijevic e Kovacevic non possano venire a giocare da noi. Il nostro obiettivo è chiaro: continuare a crescere puntando su campioni giovani».

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