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Volley A1 maschile

Zlatanov: «Avevo gli occhi lucidi e la voce tremava». Papi: «Serata emozionante, ma vi assicuro che smetto davvero». VIDEO

I due protagonisti del "Papi e Zlaty day ripercorrono le emozioni di un pomeriggio indimenticabile

«E’ stata una serata bellissima, ma vi posso assicurare che non ci ho ripensato. Un momento stupendo, ringrazio davvero tutti, un pomeriggio che porterò sempre nel cuore. Ma è sicuro al cento per cento, smetto davvero». Sorride Samuele Papi; la partita fra Piacenza e Latina ormai è finita da tempo ma lui e Hristo Zlatanov sono ancora in campo a fare selfie con i tifosi e a firmare autografi.

Qual è stato il momento più emozionante della festa organizzata per il vostro addio alla pallavolo?

«Forse quando è entrato mio fratello, perché mi aveva tenuto tutto nascosto. Ho avuto un po’ di difficoltà ma ho comunque tenuto botta. Pensavo invece che Zlatanov piangesse di più, ma ha resistito abbastanza bene pure lui».

E’ stato difficile anche riassumere in un quarto d’ora una carriera infinita come la tua.

«Direi di sì perché è stata veramente lunga. Sono molto contento di quanto ho fatto, non solo per i risultati ma in generale per quanto ho vissuto e per le esperienze che mi porterò sempre dentro di me come ricordo. La pallavolo mi ha insegnato molto, è stata una parte importante della mia vita».

Tu e Zlatanov avete annunciato che smetterete, ma oggi in campo c’erano altri due giovanotti come Luca Tencati e Alessandro Fei, mentre sulla panchina di Latina sedeva Daniele Bagnoli, tuo tecnico negli anni di Treviso. Significa che la vostra classe prosegue.

«Noi abbiamo mollato, sono rimasti in pochi della nostra età. Faccio un grosso in bocca al lupo sia al Tenca sia a Fox per proseguire ancora un paio di anni».

Anche Hristo Zlatanov non riesce a uscire dal campo, travolto dall’affetto dei tifosi. E’ la sua giornata, giusto che se la goda fino all’ultimo istante.

«Gli occhi erano lucidi, non posso negarlo. Ho tenuto botta fino all’ultimo, ma quando ho saputo del ritiro della mia maglia numero 11 ho ceduto. La voce tremava, ma penso sia assolutamente normale e lo avevo anche dichiarato; sono un sentimentale, non mi nascondo. Dirò di più: sono contento di come è andata, pensavo peggio».

Oltre alla maglia i tifosi ti hanno preparato un megastriscione con 14 cuori, uno per ogni stagione trascorsa a Piacenza.

«Però se guardavi bene erano tutti un pochino tagliati. Come in tutti gli amori ci sono momenti buoni e quelli meno buoni. L’importante è il risultato, questo affetto dei tifosi che ci hanno sempre seguito e mi hanno sempre incitato; mi sono identificato nella città e loro mi hanno aiutato parecchio».

A Samuele Papi hanno portato tutte le maglie della carriera. Tu ne hai indossate parecchie ma una sola è tatuata addosso.

«E’ andata benissimo così, sono contento e adesso devo pensare a cosa farò quando divento grande, cioè da domani».

Tutti vi hanno chiesto di restare nel mondo della pallavolo.

«Molto volentieri. Sarebbe una bella cosa anche per noi, sapremmo di cosa stiamo parlando, l’ambiente lo conosciamo così come le regole del gioco, potrebbe essere un’ottima idea».

GUARDA LE VIDEOINTERVISTE A SAMUELE PAPI E HRISTO ZLATANOV

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