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Volley A1 maschile

Curti: «Si chiude un ciclo, questo gruppo avrebbe potuto vincere di più. Adesso serve un esame di coscienza che coinvolga tutti»

La presidente della Gas Sales Bluenergy dopo l'eliminazione nei Quarti di finale playoff: «Bisogna avere l’umiltà di riconoscere gli errori commessi per evitare di ripeterli in futuro. Siamo tutti in discussione, io per prima. Ma sono sicura che verrà anche il nostro momento»

Adesso è il tempo della delusione; più avanti, a freddo, sarà anche quello delle riflessioni. La nottata di Elisabetta Curti, numero uno della Gas Sales Bluenergy, è stata parecchio agitata. «Non ho chiuso occhio» conferma la presidente biancorossa, che ieri ha festeggiato il compleanno senza ricevere il regalo più gradito, la qualificazione della squadra alle semifinali playoff.

«E’ stata una delusione enorme – attacca – ora è evidente che ci vorrà tempo per smaltirla».

Hai sempre dichiarato pubblicamente di avere una grande fiducia in questo gruppo. Visti i risultati di quest’anno era mal riposta?

«Stiamo parlando di una squadra collaudata, composta da giocatori che conoscevamo. La decisione era stata quella di mantenere la stessa ossatura dello scorso anno, con ragazzi scelti per le caratteristiche tecniche ma anche per quelle umane. Quando si perde, come è successo a noi, la responsabilità non è mai di un singolo ed è inutile cercare un colpevole. Adesso dobbiamo fare un esame di coscienza per capire dove abbiamo sbagliato; un discorso ampio che coinvolga tutti, me compresa. Io ci metto impegno, tempo, dedizione e investimento, ma se le cose vanno male sono all’interno del gruppo che ha commesso errori. Detto questo è giusto fare i complimenti a Milano che è stato bravissimo e ha dimostrato una grande voglia di vincere».

A voi cosa è mancato per superare il turno?

«Forse un po’ di lucidità».

Per il primo anno, da quando è iniziato il vostro cammino nel volley, avete compiuto un passo indietro rispetto alla stagione precedente.

«E vero. Credevamo di poter fare molto bene e le dichiarazioni di inizio anno dimostravano che noi eravamo davvero convinti di compiere un passo ulteriore verso la vetta. Invece non è arrivato, anche se il terzo posto in stagione regolare è il migliore della nostra storia. Restano indelebili i ricordi di Lisbona, Berlino, Ankara, ma è innegabile che dalle sconfitte come quelle subite in Polonia dobbiamo trarre insegnamenti. Adesso bisogna avere l’umiltà di riconoscere gli errori commessi in questo periodo per evitare di ripeterli in futuro».

Se chiedessi di dare un giudizio a staff e squadra e uno alla società?

«Adesso è troppo presto e non sarebbe obiettivo. Ma poi io vedo un solo gruppo, tutto unito. Il voto dovrebbe essere complessivo perché siamo una sola entità».

C’è chi teme che questa delusione possa far venire meno l’entusiasmo e gli investimenti della società nel mondo della pallavolo.

«Abbiamo preso un impegno nei confronti della città e lo porteremo avanti ancora più arrabbiati di prima. Lo dobbiamo al pubblico e ai tifosi, che ieri sono stati stupendi e mi è spiaciuto parecchio deluderli. Poi nello sport vince uno solo, noi siamo ancora giovani e stiamo costruendo un mattoncino alla volta. Qualche soddisfazione ce la siamo già tolta, adesso ci rimetteremo in gioco e sarà necessaria tanta umiltà per capire dove potremo migliorare».

Visto come sono finiti i playoff confermereste nuovamente Anastasi alla vigilia delle gare decisive per il passaggio del turno?

«Sì, perché abbiamo fiducia in lui e vediamo il lavoro svolto quotidianamente in palestra. Quando si perde è troppo semplice dare la colpa al singolo, non è il nostro caso».

Adesso vi aspetta il girone per la Challenge, lo affronterete con la formazione migliore o darete spazio a chi ha giocato meno?

«Le scelte tecniche spettano a Anastasi, io posso dire che la nostra filosofia è affrontare ogni impegno al meglio, per il rispetto della competizione e dei tifosi».

Non è un segreto che tanti giocatori sanno già di lasciare Piacenza la prossima stagione. Questo può avere inciso sul risultato finale?

«Probabilmente sì».

E’ terminato un ciclo di due stagioni, iniziato con grandi prospettive. Come lo giudichi?

«Il culmine è stata la vittoria in Coppa Italia, il nostro trofeo più importante. Ma probabilmente questo gruppo avrebbe potuto portare qualcosa in più, invece ci è sempre mancata la continuità. L’esempio più recente è questa serie playoff con Milano, soprattutto Gara1 e Gara4, ma anche la partita di Champions con i polacchi. Adesso siamo abbacchiati, per nulla contenti. Nello sport vince uno solo, queste batoste ci possono aiutare a crescere e sono sicura che verrà anche il nostro momento».

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