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Marshall è ancora in campo in Turchia: «Ma pensare al volley è molto difficile»

Lo schiacciatore si sente quotidianamente con la madre che abita a San Nicolò mentre il padre è bloccato a Cuba dallo stop ai voli. «E anche io non so se riuscirò a tornare in Italia»

In Turchia per ora si continua a giocare, anche se a porte chiuse. «Non appena la federazione ha emanato la direttiva sono arrivati i gel per le mani all’interno dei palasport e il giorno successivo gli addetti hanno sanificato tutti i palazzetti. Il problema però esiste, quando ci alleniamo stiamo a contatto con i compagni, sudiamo, diventa difficilissimo non toccarsi la faccia con le mani».

E in queste condizioni è durissima concentrarsi sulla pallavolo e sulle finali di Coppa di Turchia che vedrà il Bursa sfidare nei quarti di finale il Fenerbahce. «Pensare al volley – confessa Marshall – è complicato. Io sono il capitano ma siamo arrivati al punto che non si può nemmeno fare il saluto a inizio e a fine gara e non possiamo neanche abbracciare i compagni. Proviamo tutti a concentrarci sulla pallavolo ma l’operazione non è semplice».

Allo stato attuale la federazione ha disposto la disputa della Coppa e, una volta assegnato il trofeo, si deciderà il da farsi. «Il mio problema – spiega Marshall - è che anche se dovessero accorciare la stagione non so come tornare a casa. Tutti i voli sono bloccati, se non si trova una soluzione dovrò attendere qui fino a quando la situazione non si sarà calmata».

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