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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Suprani: «La soluzione del volley, che ha alzato le categorie di un anno, è quella che mi piace di più»

Il presidente regionale del Coni interviene nel dibattito sulla prossima stagione sportiva. «Vorrei evitare, soprattutto a livello giovanile, di cancellare quanto fino ad ora. Anche le Olimpiadi hanno modificato le età di partecipazione di alcune discipline»

Il presidente allarga il discorso e inizia a parlare anche degli scenari futuri. «Si respira una pessima aria, soprattutto a livello economico e questo inevitabilmente inciderà su tutto lo sport, dall’alto livello fino all’attività di base. Bisognerà capire sostanzialmente due aspetti. Il primo: se le famiglie chiederanno la restituzione delle quote di corsi che non hanno potuto sfruttare in toto. Il secondo: se avranno disponibilità per iscrivere i propri figli anche il prossimo anno. Sono due incognite enormi e molto preoccupanti, per questo le regioni stanno valutando la possibilità di garantire dei voucher da destinare a chi ne avrà bisogno per praticare sport. Altro aspetto da considerare: come reagiranno le società che gestiscono gli impianti dopo questo periodo così prolungato di stop. Sono tutti problemi che abbiamo presentato al tavolo delle Regioni, vediamo che risposte arriveranno».

Suprani è preoccupato, e non lo nasconde, ma pensa anche che ci siano vie d’uscita. «Da più parti si sbandiera ripetutamente il ruolo fondamentale dello sport anche a livello sociale. Adesso è il momento di dimostrare davvero come viene considerato il nostro mondo».

Però anche all’interno delle varie discipline soprattutto gli atleti e le società di vertice dovranno capire che il coronavirus ha stravolto tutto. «La vita, e di conseguenza lo sport, non sarà più come prima. Chi pratica attività agonistica dovrà inevitabilmente ridimensionare le proprie richieste economiche, se eccettuiamo chi fa dello sport un business. Tutti gli altri torneranno indietro di qualche anno e per tanti sarà inevitabile “retrocedere” al semiprofessionismo, lavorando la mattina e allenandosi il pomeriggio».

Ma attenzione, perché non è detto che ci siano solamente nubi sul futuro. Anzi. «Ci saranno meno soldi e per questo bisognerà spenderli bene. Le società organizzate in modo valido e moderno, quelle che saranno in grado di darsi una struttura solida, emergeranno. Chi invece già adesso era traballante e magari provava a fare il passo più lungo della gamba puntando solo su un destino fortunato probabilmente sarà destinato a sparire».

Chiusura sulle promozioni e sulle retrocessioni che tutte le federazioni hanno congelato. «Su questo aspetto è difficile dare un giudizio, perché capisco che la stagione non è ancora terminata, ma comprendo anche chi magari era in testa ai campionati e si aspettava di salire di categoria. Faccio un esempio pratico: io sono di Ravenna e la squadra della mia città era al comando del campionato di basket di A2 con un buon vantaggio. Vero, mancavano tutti i play off e sarebbe potuto succedere di tutto, ma sapete quante volte Ravenna è stata in A1? Una, nel 1950 e adesso, forse, sarebbe stato l’anno buono. In questi casi io lascerei alle varie federazioni la possibilità di decidere caso per caso visto che ci sono situazioni molto differenti».

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