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Coni - «Roberto Gentilotti ci ha dato un bell'esempio di come deve essere un dirigente sportivo»

La scomparsa a 90 anni dello storico dirigente piacentino ha suscitato un vasto cordoglio in tutta la città. Teragni: «Per me è stato un punto di riferimento». Gionelli: «Ancora oggi pensava a nuove iniziative, amava lo sport e il Coni come pochi»

Lutto nel mondo dello sport piacentino: a 95 anni è scomparso Roberto Gentilotti, per lungo tempo dirigente principe e volto del Coni, di cui è stato presidente provinciale per 12 anni. Una vita nello sport, con incarichi nella federazione cronometristi, al Csi e quindi nel massimo organismo italiano, con ruoli ricoperti anche a livello regionale. Stella d’Oro al merito sportivo, era anche presidente onorario del Coni Point Piacenza. Proprio lunedì scorso, in occasione del Galà dello Sport tenutosi a Palazzo Galli, il figlio Paolo era salito sul palco per portare i saluti del padre, impossibilitato a intervenire direttamente per le condizioni di salute ma come sempre vicino a tutto lo sport di casa nostra. La sua scomparsa ha suscito vasto cordoglio su tutto il territorio piacentino, in particolare in casa Coni, che Roberto Gentilotti ha contribuito a costruire nel corso dei decenni.

«Ho fatto due mandati con lui da presidente dopodiché presi in mano io il timone del Coni con Roberto come presidente onorario - ci spiega Teragni, per 12 anni alla guida del Coni di Piacenza - e quindi non posso far altro che dire una cosa: per me era un punto di riferimento costante. Lo sport piacentino con lui perde un uomo dalla vastissima esperienza, un personaggio che amava lo sport come molti altri che abbiamo perso nel corso di questi anni. Di lui ho sempre apprezzato il fatto che mi ha sempre lasciato carta bianca su ogni iniziativa a partire dai Giochi della Gioventù per arrivare fino alle ultime manifestazioni come Gioco Sport. A lui devo molto nella mia formazione da dirigente Coni».

Parole importanti, sottolineate anche dall’attuale delegato provinciale del Coni, Robert Gionelli. «Ho conosciuto Gentilotti quando stava per passare il timone a Teragni e di lui conservo dei ricordi splendidi. Io a quei tempi ero davvero l’ultimo arrivato eppure mi trattava come se fossi lì da anni, aveva una spiccata capacità di coinvolgerti a trecentosessanta gradi e con passione in tutto quello che facevi, soprattutto ti trattava con amore, quell’amore che aveva in particolare per Coni. Di lui ricordo la grande autorevolezza che portava con sé, di recente sono stato a Roma alla sede del comitato e si ricordavano tutti di lui a distanza di 30 anni, sapeva relazionarsi benissimo con le istituzioni e ha portato grande qualità al Coni provinciale. Quando l’ho conosciuto aveva già 80 anni e non ti parlava del passato ma pensava sempre al futuro, a cose nuove da fare, insieme a Teragni studiavano sempre nuove iniziative sebbene Gentilotti fosse di una generazione diversa perché iniziò il suo percorso 70 anni fa. Quando l’abbiamo premiato con un nostro riconoscimento locale era molto emozionato e commosso, ci ha dato nel corso degli anni una bella lezione su come deve essere un dirigente sportivo».

Alla famiglia Gentilotti e in particolare al figlio Paolo vanno le condoglianze sentite di tutta la redazione di Sportpiacenza nel ricordo di una persona che ha segnato un’epoca nello sport piacentino

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