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Ciclismo

Il fascino senza tempo del Giro d'Italia colora Piacenza di rosa

Entusiasmo in città e in provincia per il passaggio dei corridori nella tappa che portava da Carpi a Novi Ligure. Un evento capace di coinvolgere intere generazioni

Da Alseno a Fiorenzuola, poi Piacenza e Castelsangiovanni: cambiano i nomi dei paesi ma l’entusiasmo è sempre lo stesso. Ci sono i bambini che acquistano i gadget del Giro proposti dai venditori che precedono la corsa: maglietta e cappellino rigorosamente rosa, fischietto per farsi sentire dai corridori nel momento del passaggio e un tatuaggio per ricordare, almeno per qualche giorno, un momento che rimarrà impresso nella memoria. I genitori cercano di tenerli calmi, perché non è facile far capire che bisognerà attendere un po’ prima di vedere arrivare il gruppo. Presentarsi in anticipo è fondamentale per occupare una buona posizione: le rotonde sono il luogo ideale perché i corridori devono rallentare, così c’è qualche istante in più per cercare di guardarli in faccia, leggere le emozioni, vivere le loro stesse sensazioni. Ci sono tanti cicloamatori, sempre più stupiti dalle medie orarie che tengono questi fuoriclasse di livello mondiale, ma anche spettatori che non vedranno mai più una manifestazione ciclistica. Però il Giro no, quello merita perché permette di sognare a ogni curva. Della gara alla maggiorparte interessa poco, l’importante è godersi l’atmosfera e viverla in diretta. In realtà nel passaggio a Piacenza è in fuga il trio composto da Maestri, Frapporti e Cima, che si merita l’antipasto di applausi prima del passaggio di tutto il gruppo. Poi si vola verso Novi Ligure mentre i piacentini tornano verso casa nella speranza di vivere, fra un anno, un’altra giornata dipinta di rosa.

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