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Pro Piacenza, che botta: partirà da -8 in Lega Pro

La mazzata in casa Pro Piacenza è di quelle cha faranno molto male. La Commissione Disciplinare ha deciso di penalizzare il club rossonero di 8 punti sulla prossima stagione in Lega Pro (in allegato a fondo pagina il comunicato ufficiale della...

La mazzata in casa Pro Piacenza è di quelle cha faranno molto male. La Commissione Disciplinare ha deciso di penalizzare il club rossonero di 8 punti sulla prossima stagione in Lega Pro (in allegato a fondo pagina il comunicato ufficiale della Figc scaricabile in pdf), inoltre ha inflitto una squalifica di sei giornate al giocatore Luca Santi, sei mesi di inibizione al team manager Paolo Porcari e una multa di 3mila euro al club. E' questo quanto esce dal comunicato ufficiale che non fa poi molta luce in più su quanto si era scritto. L'accusa aveva chiesto 11 punti di penalizzazione, otto giornate di squalifica al giocatore Luca Santi, nove mesi di inibizione a Paolo Porcari e 3mila euro di multa. Dall'altra parte le memorie difensive della società piacentina che si appellava alla buona fede e chiedeva un patteggiamento (con ammissione di colpa) a tre soli punti di penalizzazione. La Commissione però ha specificato che bisogna giudicare sulle 11 partite «dando un punto a partita e quindi partendo da -11, e solo su queste bisogna giudicare riducendo comunque la penalizzazione». Infatti erano stati chiesti 11 punti da scontare in Lega Pro e ne sono arrivati 8, un bottino negativo che complica notevolmente tutti i progetti del Pro Piacenza.

IL CASO - Sul "caso Santi" si è già detto molto ma vale comunque la pena ripercorrere i fatti per capire meglio la natura della decisione. Il giocatore in questione al termine della stagione sportiva 2012/2013 rimedia una giornata di squalifica nell'ultimo match dei playoff contro la Pistoiese, sanzione da scontare ovviamente all'esordio del campionato successivo 2013/2014. Fin qui nulla di strano, se non per il fatto che al termine dell'attuale stagione il Seregno presenta alla Procura sportiva un esposto in cui si fa reclamo contro il Pro Piacenza perché ha utilizzato Luca Santi lungo tutto il campionato senza mai fargli scontare la giornata di squalifica rimediata nella stagione precedente. Conti alla mano il Seregno non si sbaglia: Luca Santi è inserito in distinta (quindi per le Noif è nella lista dei giocatori possono prendere parte alla partita) in tutti i 34 turni di campionato, ha giocato 11 volte e in totale il Pro Piacenza, con lui in campo, ha guadagnato 19 punti.

RINVIO - In un primo momento la Giustizia Sportivo, attraverso il Procuratore Federale Vicario, ha deferito il giocatore, il team manager Paolo Porcari e la società rossonera per responsabilità oggettiva, rimandando tutto al primo incontro con la Commissione Disciplinare fissato il 4 giugno. Chiara la difesa del Pro Piacenza: non c'è stata malafede e quindi l'idea di base era quella di chiedere un patteggiamento. Tradotto: il Pro voleva chiudere la questione ammettendo la propria colpa con la disponibilità di accettare qualche punto di penalizzazione da scontare nella prossima stagione in Lega Pro e una sanzione pecuniaria. La Commissione Disciplinare però non ha deciso entro la serata del 4 giugno, anzi ha rimandato il tutto rifiutando addirittura la richiesta di patteggiamento del Pro Piacenza per non creare un precedente, con l'intenzione di affibbiare al Pro una pena severa e la possibilità di ridurla in appello.

BUONAFEDE - Su questo principio è stata costruita la difesa del Pro Piacenza ma la Commissione Disciplinare non ha voluto sentire ragioni. Da un punto di vista sportivo è vero che Santi non ha influito sull'indiscussa superiorità del Pro Piacenza sulle concorrenti, tuttavia la Giustizia Sportiva non ragiona in questi canoni: l'irregolarità è stata commessa e come tale va sanzionata. Inoltre la "buonafede" (sulla quale non si discute) del club rossonero è un altro cardine che ha solo un valore morale. Il club è tenuto obbligatoriamente a sapere chi è squalificato; e la Federcalcio non può creare un precedente che si basa sulla "buonafede" perché così rischierebbe di creare un appiglio a cui tutti potrebbero aggrapparsi in futuro. Per questi due motivi si è scelta la via più dura, ma nonostante ciò la sentenza suona comunque spropositata rispetto al danno cagionato senza contare che per i successivi due appelli potrebbero esserci tempi biblici che il Pro Piacenza non si può permettere di aspettare.

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