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Serie C

Ghirelli: «Il Governo aiuti la Serie C, noi ci impegniamo a tagliare i costi e a garantire riforme per il sistema»

Intervista della nostra testata al presidente di Lega Pro. «Chiediamo di poter usufruire di risorse attraverso il credito d’imposta per poterle destinare agli investimenti». Lo studio di PwC TLS evidenzia un danno economico di oltre 80 milioni di euro per la Serie C

Un altro grande rebus è come e se il campionato tornerà in campo. Fermo restando che adesso le priorità sono altre, avete già pensato a come concludere la stagione?

«Noi ovviamente speriamo che il campionato inizi presto, perché vorrebbe dire che il Paese ha superato questa fase drammatica. Ma voglio precisare una cosa: se e quando ricomincerà il campionato, lo decideranno le autorità sanitarie e scientifiche. La salute è al primo posto per noi che peraltro siamo stati i primi a interrompere il torneo, rinviando Piacenza-Sambenedettese. Il calcio deve mettersi in testa che se gli uomini e le donne comuni non possono andare a lavorare, non possono fare passeggiate, anche lui deve fermarsi. Io, personalmente, sono dispiaciuto di non poter andare a correre. Ma saranno le autorità a dirci quando sarà sicuro tornare alla vita di prima: decideranno il governo, il Coni, la Figc e quindi ci rimetteremo in marcia anche noi».

Quali sono le ipotesi sul tavolo?

«Ci abbiamo pensato, ma dobbiamo fare i conti con un convitato di pietra che è questo maledetto virus. Sarà lui a decidere quando si riprenderà. Il nostro compito è vagliare tutte le soluzioni per portare a termine la stagione. Noi abbiamo solo un obiettivo: fare le cose in modo da evitare contenziosi in tribunale. Il giorno che il campionato dovesse riprendere, non vorremmo mai che qualcuno ricorresse in tribunale mentre le persone piangono i morti o le aziende cercano di ripartire. Se questo dovesse accadere, anche ricorrendo in tribunale per un diritto che pensiamo ci spetti, allora la gente non capirebbe e ci darebbe un calcio nel sedere».

Ghirelli, un presidente di Lega come riesce a lavorare dalla quarantena? Sente spesso i presidenti delle squadre?

«In questo momento le menti di uomini e donne sono tormentate dalla sofferenza, dalla preoccupazione per la vita dei loro cari. Siamo tutti preoccupati dalla mancanza di mascherine, ventilatori, posti letto negli ospedali, angosciati perché non si sa cosa accadrà. Il compito di chi ha responsabilità di governo è di mantenere la lucidità e di attraversare il deserto di questi giorni provando a raggiungere l’altra riva. A me piace lavorare. Ogni giorno ascolto tante telefonate. In questi giorni si lavora di più e lo dico senza sentirmi né una vittima né un martire. Lavoriamo per essere pronti al momento dell’uscita della crisi. Poi ci sono anche momenti di svago, come Lega Pro contiamo 90 iniziative di solidarietà sui social. È bello parlare con i presidenti e i tanti che lavorano a questi progetti, ti dà energia. E ti fa pensare di essere fortunato, perché puoi contribuire a un progetto che serva al bene di questo Paese».

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