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Simone Corazza: il ginocchio che fa crac, la famiglia e la voglia di tornare. «Piacenza, tra poco sono pronto»

L'attaccante ad agosto si è rotto i legamenti, l'anno prima lo stesso infortunio al ginocchio sinistro. «La prima volta avevo paura, questa invece è stata davvero dura da digerire. Mia figlia e la mia fidenzata mi hanno dato lo stimolo giusto per ripartire»

Il Piacenza si tuffa a bomba in un mese intrigante, fondamentale ma non necessariamente decisivo. Febbraio dirà molto sul campionato - non tutto - con tre trasferte in casa delle dirette rivali: Novara, Carrarese ed Entella, oltre a due confronti interni contro Albissola e Pro Patria. I biancorossi potrebbero anche tuffarsi nel mese con una maggiore dose di positività e serenità, due qualità importanti per tenere la barra dritta nei momenti delicati e le recenti polemiche sul «mancato gioco della squadra» devono lasciare il tempo che trovano come l’anacronistico tema della mancata fusione col Pro: è storia vecchia, trita e ritrita, è annoiante.
Di sicuro a sprizzare positività c’è Simone Corazza, questo doveva essere il suo anno con una squadra e un 4-3-3 costruito attorno a lui, è stato invece l’anno della paura perché la rottura del legamento del ginocchio ad agosto è stata una «durissima botta da digerire».
Il peggio tuttavia è passato e Corazza guarda al domani con entusiasmo convinto di poter «rientrare nel momento giusto per aiutare i miei compagni a centrare l’obiettivo».

Simone Corazza, innanzitutto come procede il percorso per tornare in campo?
«Sto bene, il peggio fortunatamente è passato. Martedì ho perfino ripreso a lavorare con la squadra, sebbene solo parzialmente ma rimane importante perché questo mi dà la carica che ci vuole. Manca ancora un po’ per poter rientrare in pianta stabile, la strada però è quella giusta».

Quando potremo vedere il nome di Corazza tra i convocati?
«Spero tra un mese, tra fine febbraio e inizio marzo. Ho bisogno di maggior forza nella gamba che ha reagito bene alla riabilitazione».

Corazza infortunio-2

Amichevole col Fiorenzuola di metà agosto, il ginocchio destro si rompe dopo che aveva passato 8 mesi a curarsi quello sinistro per lo stesso infortunio. Cosa ha pensato?
«Una botta davvero durissima da digerire, perché avevo terminato bene la stagione precedente da cui ero uscito, appunto, da un identico infortunio all’altro ginocchio. Mi sentivo benissimo, stavo alla grande dopo il ritiro e la preparazione, non pensavo minimamente di poter ricadere in quello che avevo vissuto alcuni mesi prima. Quando ho saputo l’esito degli esami la prima settimana è stata difficile, però non mi sono pianto addosso e già a fine agosto sono ripartito alla grande convinto di poter tornare il prima possibile».

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