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Piacenza - SpaccaNobile: l'attaccante è il biancorosso del momento

Andrea Nobile è la vera sorpresa del mercato, si è conquistato il posto da titolare a suon di gol e prestazioni: «Ero convinto di poter fare bene»

Ci racconti quando è arrivata la chiamata del Piacenza, cos’ha pensato?

«E’ stato un colpo, mi ha chiamato il direttore Scianò. Disse che erano venuti a vedermi 7-8 volte e che potevo interessargli. Io però ero vincolato. L’Abano voleva guadagnarci, anche perché non voleva lasciare andare via il capitano gratuitamente. Il Piacenza alla fine ha deciso di fare un esborso economico importante per avermi. A me fa piacere perché sto ripagando la loro fiducia».

Lei ha già segnato 4 reti, quale le è piaciuta di più?

«Come emozione il primo, perché l’ho fatto in casa e sono andato sotto alla Curva. Ripensandoci però direi i primi due: quello col Siena e a Como. Anzitutto per la cornice. A Como c’erano 4500 persone, un’atmosfera incredibile, da altre categorie. Entrambe le volte c’erano i miei genitori in tribuna e mio fratello, per cui camminavo a due metri da terra. Anche la prima doppietta è stata una bella emozione. Posso fare ancora meglio, per questo devo lavorare».

In tribuna c’è sempre un tifoso che indossa la sua maglia. Lo conosce?

«Sì, è mio fratello. E’ un tifosissimo.  Quando c’è stato il derby è voluto andare in Curva con un altro mio amico argentino. Fanno di tutto per essere sempre allo stadio. Prendono il treno e vengono appena possono. Anche lui gioca a calcio nell’Istrana, in Eccellenza. Gioca come difensore centrale, ma può fare il terzino sia a destra che a sinistra. E’ un difensore goleador».

Perché mai nessuno, prima del Piacenza, aveva pensato a un giocatore come Nobile?

«E’ stata anche un po’ la sfortuna: ho avuto due operazioni allo stesso ginocchio. Nessuno aveva voglia di puntare su un giocatore come me. Molti altri preferivano puntare su giocatori più giovani o già affermati, ma in serie D ci sono tanti elementi che potrebbero starci alla grande. Per prendere un giocatore di serie D ci vuole coraggio: magari la piazza rumoreggia, pensa che non sei all’altezza, ma non è così. Con me ad Abano c’erano giocatori importanti. Mister Tiozzo mi ha fatto fare un grande salto di qualità e non posso che ringraziarlo. Per me è una persona di riferimento anche nella vita».

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