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Piacenza - Rossini: «Dobbiamo avere maggior fiducia e giocare liberi di testa»

Biancorossi in trasferta a Ponte San Pietro con una situazione di emergenza in tutti i reparti. Il tecnico: «Saliamo un passo alla volta, non costruiamoci alibi con le assenze». Intanto dal Sassuolo arriva in prova il promettente centrocampista under 2003, Amadou Traore

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Viaggia su concetti semplici Stefano Rossini, che alla vigilia della delicatissima trasferta a Ponte San Pietro (ore 14.30) contro il Pontisola (ultimo in classifica) ha perso anche l’attaccante Recino, forse ritrova Kernezo, ma per il resto deve fare i conti con una situazione piuttosto difficile. Normalmente questa sarebbe una partita da “tre punti secchi” e invece il Piacenza, reduce da un solo punto nelle ultime quattro gare, ci arriva con un bel carico di dubbi, prima di tutto mentali.
«Capisco che tutti voi guardiate alle numerose assenze - spiega Rossini - e fate bene, è vero, però di questo davvero non voglio parlare perché a furia di dirlo rischiamo, inconsciamente, di costruirci un alibi. Ne prendiamo atto, in settimana abbiamo lavorato tanto e bene, la squadra ha risposto perfettamente alle mie richieste, segnale questo molto importante perché sintomo di uno spogliatoio vivo e che ha voglia di scrollarsi di dosso il periodo nero. Un conto però è aumentare i ritmi e lavorare sul possesso in allenamento - prosegue Rossini - un altro è farlo in partita, per questo motivo parlo di salire un gradino alla volta».

Il tecnico coglie l’occasione per tornare su alcuni concetti espressi domenica dopo il pareggio contro il Crema, quando aveva parlato di dover lavorare su “tattica, testa e preparazione”.

«Forse mi sono espresso male - dice Rossini - non intendevo dire che c’è da rifare tutto perché prima non è stato fatto nulla. Quando parlo di lavorare su “tattica, testa e preparazione” intendo che ogni allenatore ha le sue idee e i suoi concetti, che possono essere giusti o sbagliati a seconda di come li si guarda, io ho i miei e per farli esprimere alla squadra devo necessariamente lavorare in modo diverso sui tre aspetti prima citati. Ad esempio: chiedo un lavoro diverso nella corsa quando siamo in transizione, per me questa squadra corre male e spende troppe energie nella rincorsa all’avversario. La testa? Mentalmente non è facile giocare al Piacenza in Serie D, la palla scotta soprattutto se le cose non vanno bene, però i ragazzi devono capire che questo fa parte del gioco. L’errore è solo una circostanza, dobbiamo imparare a giocare “liberi di testa” e ad avere maggior fiducia. Dopodiché, messo a posto questo punto, lavoriamo su una squadra più aggressiva e ordinata».

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