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Piacenza - Marco Scianò: «Ricompattiamo l'ambiente, solo così si possono ottenere dei risultati»

Il direttore generale: «I fratelli Gatti affrontano un momento di riflessione perché sono passionali ma Piacenza non può permettersi di perdere loro o Roberto Pighi. Vedo poca contentezza e molte critiche. Franzini? Non era e non è in discussione»

Tema giovani: questa scelta ha di fatto indebolito l’ossatura della squadra?
«Su questo argomento si è costruito un punto di debolezza della rosa ma non è così. I nostri giovani sono forti e si può giocare con loro. Certamente non averli potrebbe dare qualcosa in più in termini di esperienza però non è detto che si sia più deboli. L’anno scorso ricordo che ne avevamo due in formazione, quest’anno tre e Del Favero onestamente è un giovane solo sulla carta non nel rendimento».

La Serie B è ancora al centro del villaggio?
«Qui dobbiamo essere chiari una volta per tutte: la Serie B è sostenibile economicamente perché ha degli introiti, la Serie C non è nemmeno lontanamente sostenibile. Conviene sempre andare in Serie B. Lo sapete a quanto ammonta la perdita complessiva delle 60 squadre di Serie C? A 100 milioni totali. La B conviene, la C no, perciò rimane sempre il nostro obiettivo».

Alcuni giocatori era impossibile trattenerli, tuttavia su Corazza siete pentiti?
«Se rimaneva Corazza non avremmo preso Paponi perché l’affare Cacia era già chiuso da molti giorni. La coppia Paponi-Corazza non poteva esistere nei nostri piani, con Cacia in arrivo la scelta era: o teniamo Corazza o prendiamo Paponi. Chiaro che col senno di poi è facile dire “eh ma se tenevano Corazza” però non è così che bisogna ragionare».

La società ha una solida fiducia nei confronti di Franzini o è a tempo determinato?
«Siamo abituati a parlare chiaro con idee altrettanto chiare: il lavoro di Matteassi è condiviso dalla società e la fiducia in Franzini è totale. E’ un allenatore che ha un concetto preciso di Serie C e in linea con i nostri pensieri. Il tecnico non era e non è in discussione».

Però è innegabile che un parte del pubblico e della tifoseria ne chieda l’esonero.
«Le critiche fanno parte del gioco finché rimangono nel civile, altrimenti sono inaccettabili. Una società deve essere più forte di tutto, lo dico con il massimo rispetto per stampa, tifo e addetti ai lavori. E’ una questione di credibilità».

Come è innegabile che da circa un mese girino insistenti voci su un possibile disimpegno dei fratelli Gatti a fine stagione. Lei ha una versione?
«Sinceramente i fratelli Stefano e Marco Gatti sono molto amareggiati da questo momento, sono persone passionali che al pari di Roberto Pighi impegnano tempo, risorse economiche ed energie mentali nel progetto Piacenza. Nel corso di questi anni hanno strutturato una società professionistica nel vero senso della parola e la macchina va avanti anche se loro si fanno vedere meno in questo periodo. E’ chiaro che sia un momento di profonda riflessione per un una famiglia che traina il Piacenza da 8 anni e ci ha messo dentro milioni di euro ed è innegabile che queste siano settimane in cui è meglio parlare poco e lasciare che siano i fatti ad andare avanti. Quel che sarà in futuro è difficile prevederlo oggi ma posso dire, con certezza cristallina, che manteniamo tutti gli impegni presi. Posso aggiungere una cosa?».

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