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Piacenza - Il saluto di Marco Gatti: «Sono stati anni intensi. Peccato l'aver solo accarezzato la Serie B»

Il presidente si è congedato nella conferenza stampa di questa mattina ma rimane come sponsor. «Ci saremo per dare il nostro contributo, ci fidiamo di Pighi». E sul caso Cacia: «E' vero, ha influito sulla mia decisione. Pensavamo di aver raggiunto una credibilità maggiore di un calciatore».

PASSIONE E OBIETTIVI RAGGIUNTI
«Sono stati anni intesi, quando arrivammo io e mio fratello nel 2012 trovammo il deserto. Pian piano abbiamo costruito e alla fine possiamo dire di aver mantenuto l’impegno preso in quella famosa sera al campo Calamari. Abbiamo riportato il Piacenza nei professionisti dopodiché, permettetemi di dirlo, forse siamo andati anche oltre sfiorando la Serie B. Una promozione che avrebbe probabilmente cambiato molte cose e dato vita a un altro progetto triennale. Questa mia decisione è la conseguenza di quanto avevo fatto in autunno, quando diedi le dimissioni ma poi rientrarono. Maturavo da tempo la scelta di uscire. La questione economica non è centrale, i soldi vanno e vengono, è l’impegno personale che iniziava davvero a farsi troppo pesante per me, soprattutto dopo 8 anni. Molte persone non hanno idea di che cosa voglia dire fare il presidente di un club così importante: decisioni da prendere, responsabilità di continuo, dopo un po’ di anni sono tutti aspetti che pesano su una persona. Lo scorso anno poteva cambiare le cose, certo, pensate che dopo la partita di Trapani un presidente di una società molto importante mi ha detto “Gatti, tu molto semplicemente non dovevi salire l’anno scorso, non era il tuo momento”. Fa parte del gioco del calcio? Forse. Però anche questo ti stanca e ti fa pensare».

E POI C’E’ IL CASO CACIA
Inutile girarci attorno, la telenovela dello scorso ottobre culminata con una contestazione ai Gatti prima della partita interna contro il Carpi (a causa della non convocazione di Cacia per motivi disciplinari) ha giocato un ruolo importante nella scelta di Marco Gatti.
«Sicuramente sì, quella serata ha influito sulla mia decisione di staccarmi dalla società. Il clima che si era creato in quel periodo non mi piaceva, c’è stato un momento in cui la gente si è messa in testa che noi dovevamo fare sempre di più, di più e ancora di più». Piccola pausa, poi Marco Gatti prosegue.
«E poi, sinceramente, pensavamo io e mio fratello di aver raggiunto una credibilità maggiore rispetto a quella di un calciatore. I presidenti in Serie C lo fanno per passione, per i giocatori è solo un motivo economico, eppure siamo stati sminuiti davanti a un giocatore e questo devo dire che mi ha molto infastidito».
Marco si alza, ci saluta, va a prendersi l’abbraccio “virtuale” dei tifosi ed esce definitivamente dal Piacenza ma siamo sicuri che lo rivedremo presto in Tribuna in qualità di tifoso perché il cuore rimane biancorosso.

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