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Piacenza - Giacomo Sciacca: «Parma forte, ma la vittoria contro il Como ci ha dato entusiasmo»

Il giovane difensore biancorosso è andato in rete domenica scorsa: «La mia stagione somiglia un po' a quella del Piacenza, sono partito in sordina, poi con il lavoro quotidiano e la fiducia del mister mi sono ritagliato il mio spazio»

«Contro il Parma ce la metteremo tutta». È una promessa di Giacomo Sciacca, uno dei volti simbolo di questo Piacenza che strada facendo si è rivelato essere trampolino di lancio (e di rilancio) per tanti talenti messi un po’ in disparte dagli addetti ai lavori. Merito della società che ha saputo scegliere, ma anche di chi ha saputo giocare al meglio le sue carte. Nato a Desio (Monza Brianza) il 19 aprile del 1996, Sciacca è cresciuto, da difensore centrale, nelle giovanili dell’Inter che è ancora proprietaria del cartellino. L’anno scorso l’esperienza poco soddisfacente di Renate, in Lega Pro: «Giocavo e non giocavo, sono venuto a Piacenza per rilanciarmi», racconta il giocatore, arrivato alla corte di Franzini la scorsa estate come oggetto misterioso. In pochi lo conoscevano e in pochi erano disposti a concedergli credito. In quei pochi c’è stato fin da subito il tecnico di Vernasca che proprio contro il Parma -  ad agosto, in Coppa Italia - l’ha lanciato nella veste inedita di terzino destro. Giocò bene e così nel corso della stagione si è destreggiato alternando varie posizioni: terzino del 4-3-3, esterno del 3-5-2, centrale nei tre di difesa. Una duttilità che gli ha portato in dote ben 26 presenze (più 1 ne play off). Gli mancava solo il gol, atteso e sfiorato più volte durante l’anno e alla fine arrivato quando contava più di tutto: nella sfida da dentro o fuori contro il Como.
 
Partiamo dalla sfida di domenica, quando affronterete il Parma in un derby del Ducato che vale l’accesso alla fase successiva dei play off. Che partita vi aspettate?

«Sappiamo il valore elevato del Parma. È una squadra che arriva da un campionato nel quale puntava a vincere, quindi non sappiamo come affronterà i play off. A livello tecnico sono i più forti di tutta la Lega Pro, però sono convinto che a livello fisico possano concedere qualcosa. Inoltre, noi veniamo da un mese in cui abbiamo lottato per conservare il sesto posto, anche nella partita finale contro il Prato, e questo potrebbe essere un punto a favore. E poi aver eliminato il Como ci ha dato grande entusiasmo».

La stagione del Piacenza delle sorprese iniziò proprio contro il Parma. Già allora s’intuiva che questa squadra aveva qualità importanti. Ora incontrate nuovamente i biancoscudati dopo quaranta partite: vi sentite più forti di allora?

«Sicuramente è un Piacenza più consapevole. Allora per poco non riuscimmo a portare a casa la vittoria, per cui dovremo riproporre la stessa prestazione. Si era all’inizio della stagione e non sapevamo dove si poteva arrivare, ma dopo una stagione come quella che abbiamo fatto adesso siamo molto più convinti dei nostri mezzi».

Un Piacenza partito a fari spenti e senza i favori del pronostico che poi si è rivelato essere squadra di grande valore. Un po’ come Giacomo Sciacca. È corretto dire che tu sia uno dei simboli di quest’annata?

«È presto per definirmi un simbolo. Però è vero che la mia stagione somiglia un po’ a quella del Piacenza: sono partito in sordina, poi con il lavoro quotidiano e la fiducia del mister, cosa non scontata per un giovane, sono stato bravo a ritagliarmi il mio spazio».

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