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Ciao Capitano. Quell'ultimo minuto allo Zini rimarrà nella storia. Pergreffi: «Vi abbraccio tutti, mi avete dato molto»

Marco e Stefano Gatti mi hanno trattato come un figlio e a loro due sarò sempre riconoscente. Poi voglio ringraziare Franzini, mette prima il suo essere “uomo” dell’essere “allenatore”.Un grazie anche a Matteassi che si è sempre comportato correttamente, a voi di sportpiacenza, ai magazzinieri e ai tifosi.

Vabbè, a sportpiacenza siamo fatti così. Ci commuoviamo con poco - per noi è molto - e succede anche quando il capitano, sarebbe meglio dire ex, Antonio Pergreffi, risponde alla nostra telefonata. Vorremmo abbracciarlo ma non possiamo. Ci accontentiamo di una lacrima che ci solca il viso perché per noi, se dici Pergreffi, ci viene in mente il derby contro la Cremonese.
«Beh sì il mio gol più importante». No macché Pergreffi, i gol sono da dilettanti. A noi viene in mente quando allo Zini, avanti 1-2, al 90’ sul tiro di “nonciricordiamochi” ti sei tuffato in area a volo d’angelo per intercettare il pallone con la faccia in stile “mi rompo tutto ma in area non ci arriva”.
«Ahaha sì è vero, ero in piena trance agonistica. Che domenica quella, davvero bella, vincere allo Zini fu un’esperienza fantastica. Voi di sportpiacenza.it mi faceste perfino un’intervista su quell’intervento. Sai, abbiamo vissuto gioie e dolori in questi quattro anni». Capitano, noi siamo inguaribili romantici.

Partiamo con i saluti?
«Ok, cerco di non dimenticare nessuno. Il primo grazie va ovviamente alla famiglia Gatti perché mi hanno dato un’opportunità pazzesca, cioè quella di diventare professionista».

Ci ricordiamo bene il pranzo al bar della rotonda, estate 2016. Capitammo lì per caso.
«Marco e Stefano Gatti mi hanno trattato come un figlio e a loro due sarò sempre riconoscente. Poi voglio ringraziare mister Franzini, è una persona speciale. Il Franz mette prima il suo essere “uomo” dell’essere “allenatore”. Franzini incarna principi ormai persi nel mondo del calcio e gli sarà grato per sempre. Un grazie anche a Matteassi che si è sempre comportato correttamente. Un abbraccio ai giocatori che sono stati miei compagni in questi quattro anni, i magazzinieri, gli steward, i ragazzi del bar e i tifosi».

Pausa? Noi siamo commossi.
«Mi commuovo anch’io. Un grazie lo dico anche a voi di sportpiacenza che mi avete sempre trattato bene, in modo corretto. Sinceramente sarà difficile trovare una piazza come Piacenza, per me siete stati un’esperienza fantastica».

Peccato per quel 4 maggio. Ora che ci viene in mente per noi sei anche quello che ha aspettato tutti nel sottopassaggio dello stadio di Siena.
«E’ vero - dice ridendo - quel giorno è stato un giorno del cavolo ed ero arrabbiatissimo. Peccato essere arrivati così vicino a un miracolo e non averlo realizzato».

Pergreffi che ogni anno doveva andare via ma è rimasto?
«Sì è vero. Ad ogni finestra, gennaio o estate che fosse, qualcuno mi cercava. Però sapevo cosa lasciavo, cioè Piacenza, ma non sapevo cosa avrei trovato. Ci sono stato talmente bene qui da voi che non potevo ad andarmene, per questo ho rifiutato qualunque offerta O meglio, non ho mai forzato la mano perché qui c’è sempre stata l’ambizione di costruire qualcosa».

E invece è finita.
Sinceramente è brutta che sia finita in questo modo, senza tornare in campo e poter salutare una città che mi ha dato così tanto. Sembra di vivere un film, nessuno poteva aspettarsi questo maledetto virus».

Poteva finire in un altro modo?
«Non saprei, a Piacenza ho dato 4 anni e voi in cambio mi avete restituito davvero tanto. Forse si poteva trovare un punto in comune, ma ormai è andata così e conserverò un ricordo splendido di Piacenza. Vi ringrazio tanto».

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