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Calcio Dilettanti e Podenzano in lutto: ci lascia Abele Boselli. «E' la storia che se ne va»

Classe 1937, barbiere di professione, considerato da tutti come il "factotum" del Podenzano Calcio nel corso dei decenni. Il ricordo di Edo Rossi, Riccardo e Mario Sparzagni, e di Vittorio Basso

datei_s-6Piange Podenzano. La notizia è arrivata da pochi istanti e si è sparsa a macchia d’olio in paese prima, a Piacenza poi, nella provincia infine. Ci lascia Abele Boselli, classe di ferro 1937, probabilmente a causa del Coronavirus, in ogni caso figura monumentale del calcio dilettantistico piacentino. Noto come “Bele” è considerato l’anima del Podenzano Calcio, alzi il telefono e non trovi persone che non lo abbiano conosciuto o intrecciato il proprio percorso con il suo.
«Non è un simbolo per noi, è di più, potrei dire che in realtà è il Podenzano Calcio - ci spiega mister Mario Sparzagni - io ho iniziato a giocare nel 1966 e lui già c’era. E’ difficile inquadrarlo, era semplicemente il factotum della società. Una persona veramente bella, positiva, qui in paese era conosciuto e stimato da tutti. Per decenni ha tenuto in piedi il nostro club, il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene, apriva e chiudeva il campo nel dopolavoro. Faceva il barbiere. Podenzano perde un pezzo della sua storia».

Tra i ricordi arriva anche quello di Vittorio Basso, figura storica del calcio dilettantistico piacentino. «Eccome se me lo ricordo, mi aveva fatto andare lui a Podenzano, ma parlo di anni e anni fa. E’ sempre stato l’economo della società, tutto quello che c’era da fare lo faceva lui insieme alla moglie. Aggiungo che era anche un Alpino e milanista sfegatato. Mi ricordo quando venne ad Asiago a guardare un’amichevole del Milan, c’era Rivera».

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Torniamo a Podenzano, che piange una persona a cui tutti hanno voluto bene. Ce lo dice anche Riccardo Sparzagni. «Io lo ricordo come il cassiere storico del campo, un personaggio importantissimo per la nostra società tanto che viene anche ricordato nei libri di Gianni Rubini. L’appellativo “balitòn” era il suo cavallo di battaglia. Un’icona di quel sano dilettantismo e di quella piacentinità che poco a poco stanno sparendo».

«Difficile dire cosa ha rappresentato per noi Abele Boselli - chiude Edo Rossi - perché semplicemente era tutto. Ha fatto il cassiere, si occupava delle maglie, apriva e chiudeva il campo in un calcio che ormai non c’è quasi più. E’ stato il factotum di questa società. Negli ultimi anni a volte veniva ancora, chiaramente l’età si faceva sentire, ma in generale è stata una persona che si è fatta amare da tutti. Impossibile non volergli bene». Podenzano piange un pezzo di storia che se ne va.

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