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Giovedì, 28 Marzo 2024
Calcio

Baldrighi: «Il calcio? C'è tempo per parlarne. Adesso pensiamo a mettere in sicurezza chi lavora in prima linea e prova a sconfiggere il virus»

Il team manager del Fiorenzuola: «Penso che la situazione di emergenza sia stata sottovalutata». Sulla stagione: «Non mi interessa la classifica, vorrei riprendere solo perché significherebbe che siamo tornati alla normalità. Ma sarà dura»

Baldrighi parla da imprenditore, sa che nei prossimi mesi (come tutti) dovrà far fronte a periodi complicati, ma mette sempre la salute davanti a ogni cosa. «Parliamoci chiaro, per noi chiudere due settimane è un grosso danno, ma comunque assolutamente accettabile di fronte a quanto stiamo vivendo. I problemi veri oggi sono altri, tutto quel materiale che non è arrivato in tempo e che ha costretto medici e infermieri a curare i malati senza le necessarie protezioni. E’ inutile dire che sono degli eroi e rappresentano un esempio per gli altri, dobbiamo dare a tutti loro gli strumenti adatti per difendersi e per permettere di svolgere un lavoro fondamentale come quello che stanno svolgendo all’interno degli ospedali».

Difficile in queste condizioni parlare anche di calcio, ma un accenno va fatto anche perché è giusto pensare al futuro, nella speranza che il virus riduca i suoi danni il prima possibile. «Vuoi sapere cosa penso del campionato? A me il risultato non interessa più, lo dico in tutta onestà. Spero che si possa riprendere a maggio per terminare la stagione a giugno per un motivo solo: vorrebbe dire che stiamo tornando alla normalità. Ma onestamente non sono così fiducioso, perché ci devono essere le condizioni necessarie e ovviamente la salute deve essere messa davanti a tutto».

Nel caso non fosse possibile tornare in campo, Baldrighi suggerisce di tenere valida la classifica con i risultati ottenuti fino a ora. «Il Fiorenzuola è secondo, dunque non avremmo alcun vantaggio. Ma abbiamo giocato 24 partite, superando i due terzi del programma completo, non sarebbe giusto ignorarlo. Per cui ritengo corretto che il Mantova venga promosso, perché fino a oggi lo ha meritato sul campo; chi ha lavorato bene per sette mesi è giusto che venga ricompensato. Oppure, al limite, se si potesse tornare in campo per poche settimane allora si potrebbero giocare play off e play out, ma diventa difficile capire con quali criteri».

Poi si pensa anche ai prossimi mesi che, non è un segreto, potrebbero vedere la crisi di alcune realtà produttive. «O cambiano le regole oppure credo che molte società faranno fatica a iscriversi ai vari campionati. Il Fiorenzuola è una realtà storica: noi, Pinalli e i fratelli Pighi faremo le nostre valutazioni, ma per quanto ci riguarda non penso ci siano dei rischi. Però ci sono sodalizi che sono ai limiti e diventerà molto difficile anche andare a chiedere soldi agli sponsor. In generale credo che in tutta la Serie D i costi saranno ridotti, si tornerà a impegni economici più simili a quanto succedeva negli anni ’80 e ’90. Ma cambieranno tante cose sia nei rapporti umani sia nello sport. Comunque ci sarà tempo per parlarne, adesso concentriamoci sul problema principale, che è quello di salvare delle vite, solo dopo torneremo a discutere di calcio».

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