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Calcio giovanile

«Ripartire appena possibile con allenamenti di contatto e amichevoli per poi programmare al meglio la ripresa dei campionati in settembre»

L'idea di Federico Marzolini, responsabile dell'attività di base della Spes Borgotrebbia: «Perché non giocare la stagione attuale fra settembre e dicembre e poi iniziarne una nuova da gennaio 2022 terminandola a giugno?»

Ripartire appena possibile con gli allenamenti di contatto, promuovere incontri amichevoli aperti alle squadre che avranno ripreso l’attività prima della pausa estiva e poi prepararsi alla ripartenza vera e propria dal prossimo settembre. Con una possibile novità: terminare la stagione con le categorie attuali fra settembre e dicembre 2021 per poi iniziare a gennaio 2022 i nuovi campionati che si concluderebbero a maggio-giugno.

La lettera inviata nei giorni scorsi da alcune società piacentine alla Figc e che aveva come obiettivo quello di programmare il ritorno in campo del calcio giovanile ha creato un ampio dibattito fra i club della nostra provincia. Il primo a chiarire la propria posizione è Maurizio Russo, presidente della Spes Borgotrebbia. «So che qualche dirigente si è risentito perché non è stato direttamente coinvolto. Personalmente chiedo scusa per la forma, se questa non è stata ritenuta corretta, ma deve essere chiaro che il nostro unico obiettivo è consentire ai ragazzi di riprendere l’attività, ovviamente rispettando nel dettaglio tutti i protocolli».

A entrare più nello specifico ci pensa Federico Marzolini, attuale responsabile dell'attività di base della Spes Borgotrebbia e figura molto conosciuta nel mondo calcistico piacentino per essere stato, fra gli altri, responsabile tecnico del Centro Federale Territoriale e responsabile per l’Emilia Romagna del Centro di formazione della Scuola Calcio Inter.

«Bisogna dividere la ripresa in step – precisa – iniziando dal ritorno agli allenamenti di contatto, ovviamente quando sarà consentito, per poi raggiungere la fase che prevede le amichevoli. Una cosa deve essere chiara, queste sono nostre idee, nessuno ha intenzione di imporsi in un momento così delicato in cui ci sono categorie economiche ancora in attesa di ripartire».

Per i campionati invece il discorso sarebbe più complesso. «I tempi sono strettissimi e molte società farebbero fatica a organizzarsi, soprattutto quelle più piccole. Chi ha rose di 20 giocatori può permettersi che 4-5 ragazzi non si presentino perché le famiglie hanno ancora qualche timore, chi invece ha squadre composte da 14-15 calciatori rischia di non riuscire a partecipare. Ipotizzando una ripartenza in maggio riusciremmo a svolgere un mese e mezzo di attività con amichevoli e tornei; nel frattempo la federazione dovrebbe strutturarsi per la vera ripresa di settembre».

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