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Marzolini lascia il Centro Federale Territoriale: «Bilancio molto positivo, ma il mio compito è finito»

Il responsabile tecnico saluta e spera di lasciare il testimone a uno dei suoi giovani collaboratori. «Abbiamo raggiunto i risultati sperati

Poche settimane per selezionare i ragazzi, ma il lavoro non si è limitato a quello. «Dovevo anche coordinare uno staff tecnico composto da allenatori giovani che non si conoscevano. Anche in questo caso non è stato semplice, perché sono richieste metodologie e didattiche molto precise». E il bilancio è stato più che soddisfacente. «Sono molto contento del lavoro svolto; come riconoscimento spero proprio che il mio successore possa essere uno di questi giovani che ha operato con grandissimo impegno e ottimi riscontri per tutta l’annata. Sarebbe un premio che rientrerebbe anche nella filosofia dei centri: un progetto giovane per gente giovane».

L’ufficializzazione probabilmente arriverà nelle prossime settimane, ma uno degli attuali collaboratori di Marzolini parteciperà nei primi giorni di giugno a Tirrenia alla riunione in cui verranno illustrati ai responsabili dell’anno prossimo le linee guida dei Cft.

«Per quanto mi riguarda il mio compito l’ho portato a termine. Avevamo obiettivi tecnici, di performance ma anche educativi, perché ogni ambiente che un ragazzo frequenta deve avere contenuti educativi come il rispetto delle regole, delle persone, dei compagni e degli avversari, degli arbitri e degli strumenti che utilizzo. Devo sapere che un mio gesto può avere delle conseguenze e a questa età devo puntare anche a diventare più autonomo».

Tanti traguardi da raggiungere, significa che il ruolo dell'allenatore è sempre più complesso. «Per questo ci sono corsi di aggiornamento di varie tipologie. Ovvio che alcuni sono più interessanti e altri meno, ma per saperlo bisogna frequentarli».

Nella posizione privilegiata di osservatore Marzolini può anche dare un giudizio sul livello del calcio giovanile piacentino. «Bisogna precisare una cosa: i risultati agonistici sono compito delle società, i Centri federali non hanno questi obiettivi. Da quanto vedo io a Piacenza facciamo fatica a restare ai vertici regionali per tanti motivi: diciamo che altre province sono un po’ più avanti come mentalità e anche un po’ più aperte. Ma quest’anno ho trovato ragazzi estremamente educati, non abbiamo mai avuto problemi di dissidi o litigi, c’è stato un clima sereno e ideale per lavorare bene. Questo è merito delle famiglie e delle società».

Resta il fatto che da un punto di vista tecnico-motorio il passo in avanti da fare è grande. «Bisogna lavorare molto e anche farlo meglio, partendo dal presupposto che oggi due allenamenti settimanali non sono più sufficienti per un bambino, né dal punto di vista tecnico né dell’intensità di gioco. Molti si lamentano perché non riescono a conciliare gli impegni scolastici con quelli sportivi? Lo so bene, ma bisogna organizzarsi, perché chi è motivato riesce a ottenere buoni risultati in entrambi i campi».

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