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Anna, la ragazza che va a canestro con una mano sola e sogna la Serie A. VIDEO

Classe 2006, affetta da emimelia, gioca nel Progetto femminile Città di Piacenza e di recente ha partecipato anche alla Selezione provinciale di categoria. «Mi piace segnare, ma l'allenatore mi dice che devo migliorare in difesa»

Si allena tre volte la settimana e nel week end gioca le partite con la sua squadra. «Il campionato va così così – non si nasconde – qualche partita la perdiamo. Ma io mi arrabbio solo quando non riesco a fare canestro». Sulle tribune, a seguire ogni incontro nelle vesti di tifosi appassionati, la mamma Simona e il papà Roberto. La madre confessa di non avere mai fatto sport, mentre il padre è stato protagonista nei Cinghiali, la storica formazione piacentina di football americano. L’unico collegamento con il basket è lo zio, il resto è tutta farina del sacco di Anna. «La pallacanestro a volte la guardo anche in televisione, ma a me piace soprattutto giocarla. La partita migliore? Forse quella con il Magik Parma, ho segnato parecchio ma principalmente abbiamo giocato bene come squadra». Poi arrivano i complimenti al suo tecnico: «Marco è bravo, ma quando sbagliamo ce lo dice chiaramente e qualche volta si arrabbia anche. Però se ci esprimiamo bene è soddisfatto, anche se ci sprona a fare ancora meglio».

Lui ascolta a poca distanza, sorride e gli si illuminano gli occhi. «Da quando l’ho conosciuta – ricorda il tecnico – è nata una comunione di intenti che ha coinvolto ovviamente anche la famiglia e che ha portato a degli ottimi risultati. Anna a livello motorio ha qualità incredibili e a un certo punto le ho detto: hai voglia di provarci? Poi ha fatto tutto da sola, sorprendendo anche la mamma e il papà per i risultati che sta raggiungendo».

E diventando un esempio per tutto il gruppo. «Nella pallacanestro adesso si parla sempre di più di ambidestrismo, di allenare la mano forte e quella debole. Lei durante le sedute in palestra non mi ha mai chiesto nemmeno una volta: cosa faccio con la mano sinistra? Riesce sempre ad adattarsi in modo incredibile perché quello che fa con la destra vale per due».

E soprattutto non chiede nessun trattamento di favore. «Una volta una allenatrice avversaria chiama tempo e sento che dice a una sua ragazza: guarda che a lei non interessa niente di non avere un braccio. O le stai appiccicata addosso o ti massacra di canestri».

Intanto Anna inizia a palleggiare, perché è arrivato il momento più bello, quello in cui inizia l’allenamento, e non vuole perdere nemmeno un istante. Ma è ovvio che prima bisogna parlare del futuro e degli obiettivi che vorrebbe raggiungere. «Sicuramente continuare a giocare a basket e raggiungere il livello più alto possibile. Il mio sogno? Esordire in Serie A». La mamma a fianco sorride, lei la guarda e aggiunge: «Ho esagerato? Va beh, ma il mio obiettivo è quello». 

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