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Giovedì, 25 Aprile 2024

Stefano Baldini: «A Piacenza vengo sempre volentieri. Pino Dordoni icona dello sport». VIDEO

Il vincitore della maratona di Atene 2004 al Campus: «Il vostro territorio ha sfornato fior di atleti. Andrea Dallavalle mi ha regalato molte gioie»

C’era anche il campione olimpico Stefano Baldini a seguire la ripresa dell’atletica con le prime gare al Campus Dordoni. Cronometro alla mano, un consiglio e un incoraggiamento per tutti i suoi ragazzi, il vincitore della maratona di Atene 2004 ha analizzato il momento attuale e le prospettive future del movimento italiano.

«Finalmente si riparte. Anche se noi – spiega Baldini – essendo i gestori del campo di Riviera avevamo già ripreso l’attività dal 4 maggio. Poi è chiaro, le gare sono un’altra cosa soprattutto per i ragazzi che sono abituati a scendere spesso in pista. I periodi lunghi di allenamento non sono mai graditissimi; è positivo aver ripreso anche se sono ancora necessarie delle precauzioni come le corsie alternate e soprattutto è importante aver messo nello score qualche tempo e qualche misura che fanno sempre morale».

E’ un primo passo verso l’atletica “vera”, anche se ci siamo comunque molto ma molto vicini.

«L’atletica vera la facciamo tutti i giorni al campo, allenandoci e soprattutto convincendo i genitori che facciamo un buon lavoro preparandoci in tutta sicurezza. Ma io sento i ragazzi quando parlano: non vedono l’ora della normalità, soprattutto nel mezzofondo che è stato il più penalizzato in questo periodo».

Mezzofondo e soprattutto fondo che sono il tuo pane: come è in questo momento la situazione a livello italiano?

«Alcune punte di altissimo livello le abbiamo. Recentemente sono caduti un paio di primati, quello dei 10mila metri passato da Panetta a Crippa oppure quello della Maratona, che detenevo ed è stato battuto da Eyob. Qualcosa si muove, ma in questo periodo allenarsi è un po’ complicato: io i miei atleti di livello nazionale li ho mandati al Sestriere a prepararsi in quota in attesa che ci sia un calendario più definito. Sono ragazzi che fanno sport a livello professionistico e non hanno grossi problemi ad allenarsi uno o due mesi in funzione di una gara che ci sarà fra tanto tempo. Certo che gareggiare è più bello».

Il rinvio dei Giochi di Tokyo secondo te porta un problema o un’opportunità in più?

«Per qualcuno è un problema, per altri un’opportunità. Chi è molto giovane o chi era infortunato ha il tempo per recuperare, chi è avanti con la carriera invece potrebbe avere qualche difficoltà. Valeria Straneo, che seguo dalla fine del 2018, aveva deciso di smettere invece andrà avanti ancora un anno. Saranno ugualmente Olimpiadi bellissime, la speranza è disputarle in tutta sicurezza, che vorrebbe dire aver superato completamente questo periodo molto difficile».

Oggi sei nel Campus intitolato a Pino Dordoni, altro atleta di livello assoluto.

«Vengo sempre volentieri, perché Piacenza anche negli anni in cui ho fatto il direttore tecnico giovanile ha sfornato fior di atleti. Uno dei miei capitani, Andrea Dallavalle, mi ha fatto molto gioire quando frequentava il settore giovanile. E’ bene che si ricordino icone dello sport come Dordoni e soprattutto che si continui ad organizzare qualcosa di agonistico perché vuol dire sfruttare bene questi impianti».

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